Area Archeologica di Pietrabbondante

L'Area Archeologica di Pietrabbondante, nel cuore del Sannio, è caratterizzato da emergenze storiche di notevole interesse. Le testimonianze più antiche, risalenti al V secolo a.C., sono quelle dei corredi restituiti dalla necropoli in località Troccola, sulle pendici occidentali del monte Saraceno. La sommità di questo monte verrà fortificata con una cinta muraria in opera poligonale, raccordata ad opere di difesa poste a quote più basse, in un momento in cui il territorio viene dotato di strutture difensive per opporsi alla minaccia romana.
In questo momento (seconda metà del IV secolo a.C.) inizia la frequentazione del luogo di culto, sempre nei pressi dell'area archeologica, in località Calcatello. Stretto appare, fin dalle fasi più antiche, il legame tra questo santuario e l’esercito, come testimoniano le numerose armi dedicate nell’area sacra.
Il luogo di culto testimonia una sistemazione monumentale nel III secolo a.C. con la costruzione nell'area archeologica del cosiddetto tempio ionico ed una seconda sistemazione all’inizio del secolo successivo, in seguito alla distruzione di Annibale del 217 a.C., con la costruzione del tempio A.
Solo tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C. verrà realizzato il complesso teatro-tempio (B) con uno schema tipico dell’età ellenistica mediato dall’ambiente campano e latino. Gli ultimi scavi nell'area archeologica hanno indagato l’area a sud-ovest del complesso monumentale teatro-tempio individuando l’importante domus publica.
A poca distanza dall’area archeologica del santuario, in un territorio probabilmente ancora di sua competenza, è stato individuato il monumento funerario della famiglia dei Socellii, della seconda metà del I secolo a.C.: questa famiglia fu infatti proprietaria del santuario e delle sue pertinenze, quando, in conseguenza della guerra sociale, l'area sacra venne confiscata e ceduta ai privati.
Al III secolo a.C. appartiene anche il santuario in località Colle Vernone, nella valle del Verrino testimoniato dagli elementi architettonici dell’edificio e da una parte dell’altare con l’iscrizione in osco di dedica ad uno dei Dioscuri.
Altre zone del territorio frequentate in questo momento sono l’area dell’attuale abitato di Pietrabbondante e la località di Arco.
Con l’instaurarsi del sistema municipale, gli interessi e le attività di natura amministrativa, sociale, economica e religiosa vengono concentrati nel municipio di Terventum, con il conseguente spopolamento e isolamento delle zone più elevate e meno accessibili, tra cui appunto l'attuale area archeologica.
Una volta cessato il culto, gli edifici vennero abbandonati e solo in parte riutilizzati, come mostra un tesoretto monetale di epoca triumvirale, individuato in un vano del porticato sinistro del tempio maggiore.
L’ultima frequentazione si ha nel III-IV secolo d.C. con l’uso sepolcrale dell’area dei due porticati, seguita dalla distruzione degli ultimi edifici per un evento violento, probabilmente il terremoto del 346 d.C.