Terrazzino Reale

Comune:Firenze
Regione: Toscana
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Terrazzino Reale, Hotel Executive Firenze

Situato in Via Curtatone tra i Lungarni e Santa Maria Novella nella prospettiva del Borgo Ognissanti, l’Hotel Executive è un elegante hotel 4 stelle, facilmente raggiungibile anche via auto. I due edifici che costituiscono il complesso alberghiero sono rara testimonianza dello stile eclettico ottocentesco; ciascuno con la propria storia e personalità, sono legati alle vicende storiche della città. Grazie alla recente ristrutturazione l’edificio a loggia che era anticamente il Terrazzino Reale sul Prato, ospita oggi le lussuose camere e suites ognuna con un suo carattere e particolare charme. La sensibilità nella ricerca e nel recupero di quella intimità che caratterizzava l’antica dimora nobiliare fiorentina, valorizza oggi con rinnovata classicità le pregiate finiture originali: dalle alte porte lignee e i preziosi camini in marmo, alle grandi specchiere impreziosite da cornici in foglia d’oro e ancora mobili di antiquariato, dipinti e stampe d’epoca, tappezzerie e tessuti ricercati. Il servizio e le più moderne tecnologie insieme all’ospitalità e la gentilezza del personale completano l’esperienza di un soggiorno ideale in una città ideale. 48 camere di cui 14 camere deluxe e 2 suites. Aria condizionata. Telefono diretto, minibar, Tv satellitare. Cassaforte in camera. Connessione internet wi-fi, room service 24h, quotidiani gratuiti al ricevimento. Tea corner. Assistenza 24h per prenotazione musei, escursioni turistiche, auto a noleggio, prenotazioni aeree. Sala meeting “Raffaello” capienza 35 posti a sedere. Sala prima colazione. American bar. Servizio garage e limousine. Centro fitness e lavanderia convenzionati.

La Storia

L’edificio a loggia di stile neoclassico del XIX secolo era anticamente il cosiddetto Terrazzino Reale sul Prato, palco ligneo fatto erigere dal Granduca di Lorena nel punto dove la strada che conduceva alla Porta al Prato ed al Parco delle Cascine formava un angolo ottuso permettendo un’ampia visuale. Il Palco accoglieva la Sua Corte in occasione delle corse dei cavalli berberi, manifestazione di origine antichissima richiamata anche da Dante nella Divina Commedia, che si svolgeva per festeggiare importanti eventi storici, vittorie e successi militari o importanti ricorrenze religiose. La cerimonia che inaugurava ogni celebrazione della gara prevedeva la presentazione del Palio, drappo realizzato con stoffe preziosissime, e la rassegna dei cavalli da parte del Granduca che, seduto presso la Loggia del Terrazzino Reale, allestita sontuosamente con tendaggi e drappeggi per l’occasione, dava il segnale di partenza ed annunciava il nome del cavallo vincitore, dando inizio ai festeggiamenti popolari. Successivamente, con la trasformazione in parco pubblico delle Cascine Granducali e i lavori di apertura del Lungarno Nuovo (oggi Vespucci) fino alla Porticciola di Ognissanti (che si trovava proprio in prossimità dell’edificio, verso l’Arno), il Granduca Ferdinando III, nel 1819, decise di trasformare il Terrazzino ligneo in una struttura in muratura, incaricando l’architetto Luigi Cambray Digny, molto in voga nella Firenze dell’epoca e che in quel periodo si stava occupando di numerose opere, tra cui il parco romantico del Giardino Torrigiani. Fu grazie al gusto eclettico e neoclassico del Cambray Digny e alle competenze ingegneristiche del suo assistente Giuseppe Martelli (che in Francia aveva appreso nuove avanguardistiche tecniche costruttive) che la Loggia, la cui costruzione richiese alcuni anni fino al 1829, riuscì come un grazioso manufatto architettonico. I soffitti della grande sala che si affacciava sulla Loggia (attualmente ospitante la camera da letto della lussuosa Suite del Granduca) furono affrescati dal pittore Luigi Ademollo, invitato a Firenze dal Granduca Ferdinando III e dalla moglie, Granduchessa Elisa, per la decorazione di Palazzo Pitti ed infatti, negli affreschi che ancora oggi si conservano nell’elegante Suite, raffiguranti scene mitologiche e preziosi fregi, si ritrova lo stesso stile sfarzoso che i Lorena vollero per rinnovare il loro prestigio nella opera di Restaurazione a seguito della occupazione Francese della città.

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