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Palazzo Terzi

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Palazzo Terzi

Palazzo Terzi occupa un ruolo peculiare nella storia di Bergamo e ne costituisce il miglior esempio di architettura barocca.

Nel 1913 il premio Nobel Hermann Hesse, nel suo viaggio in Italia soggiorna a Bergamo e descrive piazza Terzi: “uno degli angoli più belli d’Italia, una delle molte piccole sorprese e gioie per le quali vale la pena viaggiare. E, quando mi girai, dirimpetto alla statua notai il portone aperto di un palazzo. Sotto un’alta volta si scorgeva un cortile con piante e una lanterna, oltre il quale due grandi statue e un’elegante balaustra si stagliavano nitidi, in un’atmosfera trasognata, evocando, in un angolo stretto tra i muri, il presagio dell’infinita lontananza e vastità dell’aere sopra la pianura del Po.”

Lo scrittore restituisce in modo esemplare l’immagine che ancora oggi colpisce i tanti visitatori e ospiti di Palazzo Terzi, uno stupore che induce a fermarsi e godere del suggestivo panorama in un’atmosfera rimasta intatta nel tempo.

Un luogo ove i secoli sembrano non essere trascorsi
Ubicato sullo sperone occidentale del colle di Bergamo, Palazzo Terzi domina l’omonima piazzetta vicina all’imponente edificio del Liceo Classico, dietro Piazza Vecchia, nel pieno centro storico della città.
Il Palazzo è il risultato di un divenire architettonico durato circa un secolo e mezzo (dal 1630 al 1770 circa), eppure nella perfetta fusione con l’ambiente circostante e nella eccezionale qualità della decorazione interna che prolunga l’espressione Barocca nella sua evoluzione Settecentesca, rappresenta un fatto storico-artistico unitario e significativo. Cominciò a sorgere nel XV Secolo sul pendio che dalla porta San Giacomo sale alla Piazza Rosate e alla Basilica di Santa Maria Maggiore, quando i Terzi originari della Val Cavallina si radicano a Bergamo. Alla fine del Cinquecento, Vincenzo Terzi, grazie alla fortunata attività di imprenditore e finanziere, diede inizio alla costruzione dell’edificio incorporando i fabbricati precedenti ed estendendone la struttura con progressive acquisizioni, come si può dedurre dai numerosi documenti conservati nell’archivio di famiglia, oggi depositato presso la Biblioteca Civica Angelo Mai.

La storia dell’evoluzione del Palazzo si lega in particolare a due matrimoni di famiglia. Luigi Terzi, figlio di Vincenzo, sposando nel 1631 Paola Roncalli avvia, con l’acquisto di alcune abitazioni nella contrada di San Cassiano, un processo di rinnovamento che porta alla definizione della facciata e alla caratteristica pianta a “U” del palazzo aperta verso la pianura. La decorazione delle sale ebbe inizio dopo il 1642.

Nel 1747 il matrimonio tra Antonio Terzi e Giulia Alessandri coincide con un’altra serie di interventi interessanti la facciata e il corpo nord, una profonda ristrutturazione che terminerà nel 1770 nelle forme che oggi sono pervenute a noi.

L’architetto iFilippo Alessandri, fratello di Giulia, nel 1754 assunse la direzione dei lavori, portando a compimento, con lievi modifiche, un progetto pensato da Giovan Battista Caniana, morto quattro anni prima, già autore dei bellissimi pavimenti lignei e della “galleria degli specchi”, un vero e proprio unicum nell’ambito dei palazzi aristocratici di Bergamo.

Non essendovi stati nei secoli successivi altri interventi tesi a stravolgere il gusto dell’epoca, Palazzo Terzi si presenta immutato nel tempo. Il visitatore viene accolto nel Salone di ricevimento in cui domina un monumentale camino, la curiosa impostazione scenografica degli affreschi Seicenteschi del Barbelli, le opere dello Storer e la sobrietà degli arredi ne completano l’incanto. Questi artisti insieme al Tencalla, al Capella, agli stuccatori Camuzio e molti altri sono coloro a cui i Terzi affidarono la decorazione degli ambienti della propria dimora tra cui la Sala da pranzo, il magnifico Salottino degli Specchi, la Sala Rossa e quella del Soprarizzo.

Visite guidate
La storia di questa dimora affonda le sue radici in quella di Bergamo e ogni porta apre alla scoperta di vicende indimenticabili.

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