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Castello di Caprarica di Lecce

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Castello Caprarica di Lecce


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Il Castello Baronale di Caprarica di Lecce, tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, dal 1780 è di proprietà dei Baroni Rossi e oggi, dei loro discendenti: famiglie Cariati-Greco.

Protetto dal Ministero dei Beni Culturali, il Palazzo del Castello di Caprarica è un notevole esempio di evoluzione architettonica, che ne ripercorre la trasformazione da torre medievale fortificata (castrum) a elegante palazzo baronale nel corso dei secoli.

Un’eredità di forza e prestigio
Il palazzo incorpora l’antico castrum, documentato per la prima volta nel 1533, che un tempo fungeva da cruciale avamposto difensivo. Posizionato strategicamente, collegava il Castello di Lecce al Castello di Otranto, nonché alle torri di avvistamento costiere come Roca, San Foca e Torre dell’Orso sul Mar Adriatico e il Castello di Gallipoli sul Mar Ionio.

Dalla fine del XVI secolo, con il diminuire delle minacce militari, queste torri fortificate persero il loro ruolo difensivo e furono trasformate in residenze nobiliari. Nel 1675, la famiglia Giustiniani, nobile genovese, acquistò la tenuta e iniziò la costruzione del palazzo. Successivamente, nel 1780, la famiglia Rossi, un’influente dinastia napoletana, acquistò la proprietà e ne continuò l’espansione. In riconoscimento dei suoi successi, Costantino Rossi ottenne il titolo di Barone di Caprarica nel 1783.

Un riflesso dell’influenza reale
Durante il regno dei Borboni a Napoli (1735-1860), furono introdotti elementi architettonici e arredi di ispirazione francese, tra cui grandi portali, saloni con specchi e opulenti affreschi. Il palazzo ebbe anche un ruolo nel Risorgimento italiano. Dopo il processo e l’assoluzione per cospirazione, la celebre patriota Antonietta De Pace, figura chiave nella lotta per l’unificazione dell’Italia meridionale (1848-1871), si rifugiò nel palazzo sotto la supervisione dello zio Gennaro Rossi, barone di Caprarica e giudice della Corte Borbonica. La sua storica camera da letto, con un prezioso letto antico, è oggi aperta al pubblico.

Aiuole simmetriche ed eleganti vialetti. Piante esotiche, tra cui mimosa, bouganville, gelsomino e glicine, riflettono le influenze del giardinaggio britannico di inizio XX secolo.

La Torre e i Giardini: Echi del Passato
Una torre del XVIII-XIX secolo, progettata nello stile delle strutture difensive del XVI secolo, contribuisce al carattere unico della tenuta. Posizionata in modo da creare una suggestiva prospettiva visiva dalla veranda, la torre ricorda il castrum originale, ora completamente integrato nel palazzo.

I visitatori possono anche esplorare lo storico forno per il pane e la cantina, dove i soffitti a volta mettono in mostra la tradizionale lavorazione della pietra.

Un patrimonio vivente
Oggi, i discendenti della famiglia Rossi continuano a risiedere nel palazzo, accogliendo personalmente i visitatori e collaborando con l’amministrazione comunale di Caprarica per ospitare eventi culturali e celebrazioni in questa straordinaria cornice storica.

Il palazzo ingloba il nucleo originario il “castrum”, antica struttura fortificata, coincidente con una torre cinquecentesca, costruita a scopo di avvistamento e difesa, testimonianza del processo di fortificazione, verificatosi in Puglia tra 500 e 700.

La datazione della torre originaria è fornita dal censimento dei possedimenti nobiliari effettuato dalla monarchia spagnola a partire dal 1480.

Fra 600 e 700 il “castrum” assume i connotati di un Palazzo Baronale realizzato grazie ad un consistente ampliamento intrapreso, prima dai marchesi Giustiniani, di origine genovese che acquistarono il feudo nel 1675, poi dai baroni Rossi, di origine napoletana, a fine ‘700.

Dal cortile si accede al giardino e all’antico forno e camino e alla cantina con volta a botte e le nicchie che ospitano antiche botti per la stagionatura del vino.

Nei sotterranei insistono antichi granai ipogei inglobati successivamente nei frantoi destinati alla lavorazione delle olive.

Al piano nobile il salone degli specchi è arredato con mobili del settecento napoletano, specchiere perimetrali, ritratti e tele raffiguranti scene mitologiche e sacre.

Il palazzo è dotato di cappella privata, consacrata e dedicata alla Madonna di Positano, località dove i Rossi erano già proprietari di vari palazzi.

Durante i moti insurrezionali a Napoli, nel palazzo fu ospitata l’eroina risorgimentale Antonietta De Pace, assolta dall’accusa di cospirazione, posta sotto tutela di Gennaro Rossi, barone di Caprarica, magistrato a Napoli.

Il maniero, citato in varie pubblicazioni scientifiche, negli anni 70 è stato set cinematografico del film «Il tramontana» del regista Adriano Barbano.

Nel 2014 il palazzo è stato oggetto di uno studio di Restauro architettonico da parte del Politecnico di Bari che ha pubblicato i risultati della ricerca in tre volumi.
Nel 2020 il regista Edoardo Winspeare, in occasione della sfilata di Dior a Lecce, ha girato, nel cortile il film “il ballo della taranta”.
Nel 2025 il palazzo è stato scelto da diversi tour operator internazionali come location per “Luxury experience”.

  • Eventi
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  • Sacralità
  • Set fotografici
  • Set Spot e Videoclip

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    Dove si trova la Dimora

    Regione: Puglia
    Città: Caprarica di Lecce (Lecce)

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