Galleria del Cembalo - Palazzo Borghese

Comune:Roma
Regione: Lazio
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La Galleria del Cembalo a Roma

La Galleria del Cembalo occupa parte di quella che nel 1700 fu la Galleria Terrena del Palazzo, affacciata sul ninfeo con le magnifiche fontane del Rainaldi, nel tempo divenuta uno spazio espositivo in cui poter mostrare la collezione di quadri e sculture della famiglia Borghese. Attualmente rappresenta un ambiente ideale per esposizioni d’arte, eventi privati o convegni. Attraversato il cortile del palazzo, si accede alla galleria proprio attraverso il giardino, connotato da spicchi geometrici di verde e piccoli bossi ai vertici e coronato dalle fontane, che nella bella stagione sono attive e il suono dell’acqua si aggiunge alla quiete del giardino. Un mosaico policromo circonda la scalinata semicircolare che conduce alla galleria, che si trova a un livello rialzato rispetto alla zona verde. Della originaria Galleria Terrena, la Galleria del Cembalo occupa cinque grandi ambienti comunicanti, tre dei quali affacciati sul ninfeo, con soffitti altissimi ornati da affreschi e stucchi dorati. La prima accoglienza è affidata all'Aurora, che è rappresentata nella grande tela del soffitto di Francesco Caccianiga (1773) nell'atto di spargere fiori in cielo al far del giorno. La tela è circondata da una ricca cornice in legno dorato, con i simboli araldici di famiglia, aquila e drago, alle estremità, come a sottolineare che in quell'epoca la famiglia Borghese viveva una rinascita, sotto la guida del capo famiglia Marcantonio IV.

Dalla Sala dell’Aurora si accede a quella che all’epoca veniva chiamata Sala dell’Udienza, dove il Principe usava ricevere al tempo del Grand Tour, coronata da un ricchissimo affresco che rappresenta ‘Il Trionfo di Casa Borghese’, di Ermenegildo Costantini (1767-1774), con lo stemma di famiglia portato in gloria tra putti esultanti e con profusione di oro ed effetti tridimensionali creati con lo stucco sulle cornici lignee. La sala dell’Udienza è il fulcro della galleria e anche l’ambiente più ampio per accogliere gli ospiti, sia per assemblee o presentazioni, come pure per eventi privati. Sul versante di piazza Borghese è la Sala di Ebe, dominata dall’immagine di ‘Ebe rapita dal Tempo’, composizione con tipica dinamicità barocca di Ermenegildo Costantini e Pietro Rotati (1769) nella quale la dea della giovinezza viene rapita dal Tempo, con un gesto e una presa che ricordano il Ratto di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini. La Sala di Cupido, una volta anti-camera della Principessa, è un esempio di decorazione di gusto rigorosamente neoclassico, per mano dell’artista francese Laurent Pécheux, del quale è possibile vedere la firma alla base di uno dagli affreschi a parete, con la data 1774. Al centro della volta, il quadro riportato ‘Le Nozze tra Amore e Psiche’ e nelle pareti ai lati della volta scene dei momenti che precedono le nozze, con Mercurio messaggero d’amore. Ultimo ambiente in direzione del Tevere, la Sala di Minerva, ancora affacciata verso il giardino: si dice che una volta contenesse la famosa statua dell’Ermafrodito, ora a Villa Borghese. Nel soffitto il dipinto di Pietro Angeletti (1773), che raffigura ‘La riconciliazione tra Venere e Minerva’. Ai lati della volta, per mano di Agapito Vitti riquadri monocromi con scene dalla guerra di Troia, nella quale le dee avevano opposte posizioni: il duello tra Paride e Menelao, Ulisse e Diomede, Ettore e Venere, il cavallo di Troia.

La storia della Galleria del Cembalo, Palazzo Borghese

La storia della Galleria del Cembalo è naturalmente quella del Palazzo Borghese, che viene costruito negli anni tra il 1605 e il 1676, incorporando strutture residenziali preesistenti. Come molti palazzi romani, vide la partecipazione di vari celebri architetti che intervennero nelle diverse fasi della sua crescita fino al completamento del grande volume che vediamo oggi, dalla forma irregolare protesa verso il fiume che gli conferì il nome di Cembalo Borghese.

Perciò si dice dal volgo che le quattro meraviglie di Roma sono il dado di Farnese, il cembalo Borghese, la scala di Caetani e il portone di Carboniani”. Giuseppe Antonio Guattani, Roma descritta e illustrata, (1805)

Il primo e più antico nucleo del palazzo è quello su Largo della Fontanella di Borghese, palazzetto di Tommaso del Giglio su progetto del Vignola (1590), in un secondo tempo del Cardinale Deza, che ne affidò l’ampliamento a Martino Longhi il Vecchio e successivamente a Flaminio Ponzio. Le insegne dei Deza e del Giglio sono ancora visibili negli archivolti delle arcate del cortile vicino all'ingresso. Con l’acquisto da parte del Cardinale Camillo Borghese, futuro papa Paolo V, i lavori proseguirono fino al 1613 e videro ulteriori interventi negli anni a seguire per mano di Carlo Maderno, Giovanni Vasanzio (1670) e Carlo Rainaldi.

Nella fruizione degli ambienti del Palazzo nel corso degli anni, la Galleria Terrena acquisì presto la funzione di spazio per ricevere visitatori e per mostrare la collezione di opere d’arte che il papa Paolo V andava accumulando per dare prestigio al nome della famiglia e del palazzo, soprattutto grazie al gusto e all'abilità del cardinale nipote Scipione. Seguendo quella che all'epoca sembra diventò una tendenza in tutti i palazzi importanti della città, il piano terreno venne adibito a spazio per ricevere, indipendente dalle parti residenziali, che poteva accogliere i visitatori senza intralciare la vita privata degli abitanti.

Per più di due secoli la collezione Borghese riempì 12 sale al piano terreno e fu oggetto di visita da parte dei viaggiatori del Grand Tour, che in quelle sale venivano ricevuti dal principe e dalla principessa, in competizione con gli altri palazzi delle famiglie patrizie della città. Erano presenti tra le altre opere di Raffaello, Domenichino, Andrea del Sarto, Lorenzo Lotto, Van Dyck, Correggio, Tiziano, solo per nominarne alcuni. In tale funzione di galleria espositiva sarà poi superata e sostituita dalla villa al Pincio, attuale Galleria Borghese, costruita tra il 1608 e il 1613 proprio come contenitore della collezione e successivamente ridecorata a metà del 1700, studiando lo stile di ciascuno degli ambienti della villa in funzione delle opere che esso era destinato a contenere. Ciò che vediamo oggi negli affreschi sulle volte della Galleria del Cembalo è il risultato del ciclo di nuove decorazioni indetto dal capofamiglia a metà del 1700, Marcantonio IV, figlio di Agnese Colonna, in vista del proprio matrimonio con Anna Maria Salviati (1775). Le sale concatenate costituivano gli appartamenti privati del principe e della principessa, lui con affaccio sull’esterno, lei con le finestre sul giardino segreto. Sembra improbabile che i locali fossero realmente usati per abitare, se non forse parzialmente nei mesi della bella stagione. Se tutte le sale hanno soffitti molto alti affrescati e ornati da cornici lignee e stucchi dorati molto importanti, ogni ambiente ha però uno stile proprio, prendendo ispirazione dal dipinto che campeggia al centro della volta. Abbiamo così ad esempio una sala decisamente neoclassica firmata dal francese Laurent Pécheux (1774), una con l’affresco del Trionfo di Casa Borghese e dell Arti di Ermenegildo Costantini (1767), che è stato definito da un critico d’arte “l’ultimo grido del barocco romano”, essendo una vera e propria citazione del soffitto della Chiesa del Gesù dipinto dal Baciccio (Giovan Battista Gaulli) cento anni prima. Grandi porte in legno originali con rare cornici di alabastro mettono in comunicazione gli ambienti, che godono dell’affaccio sulla quiete del giardino e sulle fontane.

I servizi: location eventi, congressi e meeting a Roma

L’attività corrente della Galleria del Cembalo consiste nell'organizzazione di mostre di fotografia ‘fine art’. La programmazione e la scelta degli artisti viene fatta in modo del tutto indipendente e si svolge attività di promozione di artisti italiani e internazionali, anche con la partecipazione a fiere dedicate del settore. Le sale possono essere messe a disposizione per una o più giornate per ospitare eventi privati, esposizioni di opere d’arte o incontri di lavoro in cui si abbia bisogno di diversi ambienti nei quali distribuire il lavoro di gruppi distinti. A tale scopo, la galleria è dotata di 100 sedie per conferenza, diverse consolle, schermo tv da 80’’ e un sistema di amplificazione con microfoni. Si avvale di un catering esterno per colazioni di lavoro o rinfreschi nel corso di meeting aziendali. Su richiesta è possibile organizzare il rinfresco all'esterno, nell'area del ninfeo, previa autorizzazione da parte del condominio di Palazzo Borghese.

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