Palazzo Bavasso

Comune:Lungro
Regione: Calabria

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Il Palazzo sorge nella piccola cittadina di Lungro, centro della comunità Arbëreshë, un popolo le cui vicende sono avvolte tra storia e leggenda e che ha saputo mantenere ed esaltare la propria identità culturale attraverso i secoli. Lungro viene infatti fondata da una comunità di albanesi giunti in Italia nella seconda metà del 1400 al seguito di Giorgio Castriota Scanderbeg per sfuggire ai conquistatori Turchi. Siamo nel cuore del parco Nazionale del Pollino: i luoghi citati da Plinio il vecchio  nella sua “Naturalis historia” per il giacimento salifero, una delle più estese e importanti miniere di salgemma d’Europa.

La facciata principale di Palazzo Bavasso, che guarda gran parte della piana di Sibari  da dove è possibile scorgere il magnifico golfo di Corigliano Calabro e le colline che salgono gradualmente verso i rilievi della Sila Greca, offrono al visitatore un panorama di  straordinaria eterogeneità. Il Palazzo è tra le costruzioni più imponenti del borgo e con la sua mole fronteggia quella della Cattedrale di San Nicola Di Mira, considerata la basilica più importante del cattolicesimo Bizantino in Italia, sede di Eparchia e al cui interno si può ammirare tutto il fasto d’oriente. Si può intuire, dunque,  come il territorio sia ricco di proposte naturalistiche e culturali inedite, quasi sconosciute, che solo i grandi esploratori stranieri e italiani, in passato, hanno raccontato in pagine di mirabile fascino come  quelle di Norman Dauglas, Ignazio Silone, Guido Piovene e altri ancora.

Nei locali a piano terra sono presenti i macchinari per la produzione di olio di oliva: le attrezzature utilizzate sono quelle che permettono l’estrazione dell’olio con spremitura a freddo utilizzando macine di granito per la frantumazione delle olive e presse in acciaio per la produzione del mosto con successiva separazione del’olio mediante separatore centrifugo.

Palazzo Bavasso: la storia

Nella seconda metà dell’800, quando a seguito della rivoluzione industriale i beni di lusso divennero accessibili anche alle classi intermedie, i fratelli Vincenzo e Costantino Bavasso, facoltosi uomini d’affari, intrapresero rapporti di lavoro anche fuori dai confini regionali tanto da commerciare con gli industriali lombardi della seta così come con le più importanti case vinicole della Sicilia.
I rapporti commerciali più interessanti furono però quelli che Vincenzo e Costantino intrattennero con le Americhe, verso cui era iniziata una massiccia emigrazione di conterranei. Tale redditizia attività permise loro di commissionare ad uno dei migliori architetti di Napoli una dimora che, ubicata in posizione dominante rispetto all’abitato, rispecchiasse il loro status economico e sociale.

La facciata principale realizzata in stile neoclassico secondo la moda architettonica  che in quell’epoca imperversava nella capitale partenopea, divenne il luogo simbolo della piccola comunità arbëreshë. L’interno del Palazzo è un affascinante viaggio nel tempo; i pavimenti di cemento lisciato policromi  danno agli ambienti una raffinata eleganza che “donna Olga Dramis”, nobildonna di San Giorgio Albanese e sposa di Vincenzo, seppe esaltare con un arredo in stile Liberty ancor più valorizzato da una particolare luce che, durante alcune ore del giorno, unisce il vecchio e l’antico in una suggestiva atmosfera d’altri tempi.

I servizi

Il Palazzo da settembre 2020 è sede dell’omonima associazione culturale, la quale ha come finalità la divulgazione delle tradizioni della cultura arbëreshë e quindi della lingua, delle attività musicali, letterarie, religiose e artistiche in genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni. I membri fondatori si augurano che diventi un laboratorio permanente di studio, un centro di esperienze culturali a beneficio di tutto il territorio.

Tra gli eventi di maggiore importanza oggi in fase di realizzazione è la mostra permanente dei bozzetti preparatori di Carlo Levi del suo “Cristo si è fermato a Eboli”. I bozzetti delle litografie sono stati donati all’associazione dal maestro Francesco Esposito, con il quale lo scrittore ha intrattenuto un lungo periodo di collaborazione artistica e di profonda amicizia.  

Inoltre le sale al secondo piano del palazzo vengono utilizzate per la presentazione di eventi culturali quali  presentazione di libri e convegni. Vengono utilizzate anche per sfilate di abiti di alta moda.

Vengono anche utilizzate per organizzare degustazioni di prodotti tipici locali, in particolare  vengono organizzate periodicamente degustazioni di vini ed olio prodotti direttamente dalle attività agricole della famiglia Bavasso.

Vengono organizzate anche visite nel frantoio oleario e nella cantina con escursioni nei vigneti  di proprietà della famiglia.

In un prossimo futuro si prevede di effettuare anche degli interventi di restauro finalizzati sia al mantenimento del Palazzo, sia alla destinazione di alcuni dei suoi ambienti alla ricettività turistica.
 

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