I giardini alle pendici del Vesuvio
I Luoghi Coinvolti
Villa Giulia, sec. XVIII – Barra, Napoli
Conosciuta come “villa e delizia dei San Nicandro” nella Mappa del Duca di Noja del 1775, Villa Giulia fu trasformata da Don Domenico Cattaneo Della Volta, III principe di San Nicandro ed educatore del Re Ferdinando IV, da semplice casino di campagna a sontuosa villa di rappresentanza, atta ad accogliere il Re Carlo durante i soggiorni nella Reggia di Portici. Progettata da Luigi Vanvitelli, i lavori furono poi seguiti dal suo allievo Francesco Collecini e successivamente dal figlio Carlo Vanvitelli.
La villa fu intitolata a Giulia di Capua, principessa di Roccaromana e moglie del principe. Nel 1886, la duchessa Giulia Cattaneo Pignatelli, dama di corte dei Savoia, affidò all’architetto Nicola Breglia un ampliamento della villa secondo il gusto eclettico dell’epoca. La dimora passò poi a Diego de Gregorio di Sant’Elia, che aggiunse il cognome Cattaneo per volontà testamentaria, ed è tutt’oggi di proprietà dei discendenti. Degni di nota sono l’appartamento in stile moresco al piano giardino, l’appartamento nobile decorato da Ignazio Perricci e Salvatore Cepparulo e l’ampio giardino con fontane, sculture allegoriche, alberi secolari, un camelieto raro e una sontuosa serra ottocentesca in ferro e vetro.
Villa Vannucchi già Caramanico, sec. XVIII – San Giorgio a Cremano (Napoli)
Voluta nel 1755 da Giacomo d’Aquino, principe di Caramanico e gentiluomo di camera di Carlo di Borbone, questa villa sorge lungo il Miglio d’Oro e comprendeva due edifici principali e cinque ettari di bosco. Passata nel 1851 al conte Carlo Van den Heuvel, nel 1912 fu acquistata dai conti Vannucchi.
Tra le più imponenti residenze della zona vesuviana, la villa presenta una cappella, una sala della musica, una sagrestia e un’ex scuderia trasformata in teatro. Il giardino retrostante, progettato nel 1783 da Pompeo Schiantarelli, è un esempio straordinario di giardino monumentale alla francese, con viale centrale, fontana scenografica, quattro vasche simmetriche e una planimetria a raggiera con 14 viali che si diramano fino ai confini della proprietà. Vi si trovano alberi di canfora, pini, lecci, palme, magnolie, mimose e albicocchi. La villa visse il suo massimo splendore al tempo di Gioacchino Murat, con sontuose feste organizzate dal principe e da sua moglie Teresa Lembo, nipote del re.
Orto Botanico della Reggia di Portici, sec. XVIII – Portici (Napoli)
Voluto da Carlo di Borbone nella prima metà del Settecento, il sito reale prevedeva giardini alla francese con agrumeti. Passato alla famiglia Savoia e successivamente all’Amministrazione Provinciale di Napoli, divenne sede dell’Istituto di Formazione Agraria. L’Orto Botanico, voluto dal professor Nicola Antonio Pedicino, fu creato per finalità scientifiche e didattiche. Il Giardino Soprano ospita piante perenni, mentre il Giardino Segreto è dedicato a piante annuali e da studio.
Con la direzione di Orazio Comes, l’Orto si aprì alla sperimentazione agricola, come la coltivazione del tabacco. Nel 1920 nacque anche l’Orto Patologico. Le collezioni si arricchirono nel 1930 con rare specie esotiche provenienti dall’Orto botanico di Palermo. Dopo i danni bellici, nel 1948 fu ampliata la superficie a due ettari con tre aree distinte: felceto, palmeto e serra per piante succulente. Sotto la guida della direttrice Valeria Mezzetti Bambacioni si gettarono le basi per un vero rilancio della struttura.
Oplontis – Giardini Archeologici, I sec. a.C. – Torre Annunziata (Napoli)
La villa romana di Oplontis, attribuita a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, fu costruita nella metà del I secolo a.C. e faceva parte del patrimonio imperiale. Pensata come luogo di otium, era disabitata al momento dell’eruzione del 79 d.C. e si trovava in fase di restauro, come testimoniano materiali e arredi accantonati.
L’edificio, con portici affacciati sui giardini, comprendeva anche un settore termale e spazi agricoli destinati alla pigiatura dell’uva. Gli splendidi affreschi delle pareti, con maschere, frutti, fiori, uccelli e giardini lussureggianti, restituiscono l’immagine di un mondo tra realtà e immaginazione, con riproduzioni romane di sculture ellenistiche. Il giardino, perduto sotto la lava, sopravvive oggi nei meravigliosi affreschi degli artisti dell’epoca.
Storytelling del Viaggio
Un’insolita passeggiata botanica lungo il leggendario Miglio d’Oro, alla ricerca dei Giardini del Fuoco.
Il Fuoco, uno dei quattro elementi, è quello del Vesuvio, che con le sue eruzioni ha reso fertili queste terre, ricche di minerali e acqua sotterranea. Un suolo che, pur fragile e difficile da domare, è ideale per coltivare. E così, proprio in queste terre di Fuoco, i nostri antenati hanno voluto piantare giardini straordinari.
Il nostro tour ha inizio a Villa Giulia, con il suo boschetto di lecci, il secolare camelieto, la grande serra ottocentesca e scorci di verde davvero unici. Si prosegue verso il monumentale giardino di Villa Vannucchi, un esempio perfetto di geometria barocca alla francese, progettato con grande maestria da Pompeo Schiantarelli: un giardino che ruota intorno a una grande fontana centrale, tra linee curve che sembrano onde più che tracciati di compasso.
La mattina si chiude con la visita all’Orto Botanico della Reggia di Portici, dove la natura diventa studio, estetica, collezione. Tra serre, felceti e palmeti, si respira il gusto per la sperimentazione e la bellezza.
Dopo una pausa pranzo in ristorante tipico, il pomeriggio ci riserva una vera sorpresa: la visita al giardino affrescato della Villa di Poppea ad Oplontis. Il giardino reale, perduto nell’eruzione del 79 d.C., rivive nei colori e nei dettagli degli affreschi antichi, in cui riconosciamo specie botaniche, piante rampicanti e scorci ideali di un paradiso scomparso.
Info e Prezzi
Tour giornaliero, durata circa 9 ore
Quota a persona a partire da €120,00 (minimo 20 partecipanti)
La quota comprende:
Info e prenotazioni: campania@adsi.it