L’Accademia Vivarium novum è una Scuola d’alta formazione agli studi umanistici a cui afferiscono borsisti da circa cento Atenei d’ogni continente; grazie al sostegno del Ministero dell’università e della ricerca e di quello dei Beni culturali, l’Accademia ha posto la sua stabile sede nella Villa Falconieri, gioiello borrominiano dei Castelli romani, dal 2016.
La sede
Costruita a metà del ’500 sul sito d’un’antica villa romana per volere del vescovo di Melfi, Alessandro Rufini, la villa, prima fra le tuscolane, fu ingrandita, forse per impulso di Papa Paolo III Farnese, intorno al 1546, con lavori probabilmente diretti da Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio, della cerchia di Antonio da Sangallo il Giovane. Dal 1573 al 1623 la villa appartenne con alterne vicende alle famiglie Cenci, Sforza, Gonzaga e, forse, Montalto; la presenza dei Gonzaga e degli Sforza ricollega questa villa all’azione mecenatistica che promosse lo sviluppo dell’Umanesimo e del Rinascimento. Nel 1628 fu acquistata dai Falconieri, che ne furono proprietari fino al 1879, quando il complesso fu venduto a Elisabetta Aldobrandini Lancellotti; essi commissionarono un ampliamento architettonico a Francesco Borromini che, negli ultimi tempi della sua vita tragicamente conclusa, pare vi abbia lavorato insieme ad altri: l’attribuzione dei disegni, se non dell’esecuzione al Borromini è controversa, e recentemente il progettista è stato identificato in Camillo Arcucci. Gli affreschi all’interno sono opera di Pier Leone Ghezzi, Giacinto Calandrucci, Ciro Ferri, Nicolò Berrettoni, Francesco Grimaldi e altri; sono presenti anche decorazioni pittoriche del XVI sec., attribuibili a Luzio Luzi romano e a Piero Bonaccorsi, detto Perin del Vaga. I Falconieri dotarono la villa anche d’una ricca biblioteca, favorirono riunioni del circolo d’intellettuali che si riuniva intorno alla regina Cristina di Svezia, promossero incontri, manifestazioni musicali, spettacoli teatrali e, dal 1656, concessero persino venti borse di studio annuali per giovani meritevoli. Dopo avere ospitato, dal 1898 al 1905, i frati trappisti dell’Abbazia delle Tre Fontane, nel 1907 la villa fu acquistata dal barone tedesco Ernest Mendelssohn-Bartholdy che la donò all’imperatore Guglielmo II; questi la visitò nel 1911 e decise di destinarla a sede d’una scuola tedesca di belle arti e lettere (affidata all’Istituto Germanico di Roma).
Lo scrittore tedesco Richard Voss visse qui per lunghi anni, sin dal 1880, e scrisse alcuni romanzi quali Villa Falconieri, Febbre romana, Il figlio della Volsca ed altri. Frequentarono la villa, tra gli altri, il pittore Philipp Hackert, il grande storico tedesco F. Meinecke e lo scrittore Paul Heyse. Dopo la prima guerra mondiale la villa fu confiscata dallo Stato; a partire dal 1928, fu sede del pioneristico Istituto Internazionale di Cinematografia educativa, diretto da Luciano De Feo, e ospitò anche, il 26 marzo del 1929, Louis Lumière; dopo essere stata, a partire dal 1938, sede dell’Istituto Nazionale per le Relazioni con l’Estero (INRE), diretto da Galeazzo Ciano, durante il secondo conflitto essa fu occupata dal comando militare tedesco agli ordini del Feldmaresciallo Kesserling. Gravemente danneggiata dai bombardamenti dell’8 settembre 1943, in cui perse l’intera ala destra, la casa rurale e l’alloggio del custode, dopo un periodo d’abbandono, la villa fu restaurata (1956-1958), e ha subìto un nuovo, importante intervento di riqualificazione (1983-1996). La villa ha ospitato il Centro Europeo dell’Educazione (CEE, poi CEDE) dal 1959 fino al 1999, mentre dal 2000 al 2015 è stata sede dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI).
L’attività quotidiana
Oggi numerosi giovani borsisti provenienti non solo da tutti i Paesi d’Europa e delle due Americhe, ma anche dall’India, dalla Cina, dal Giappone, da Singapore, dal Pakistan, dall’Arabia, dall’Iran, dal Malawi, dal Congo, dalla Russia, dall’Ucraina, vivono insieme in fraterna unione alla ricerca delle comuni radici di quella che Cicerone, proprio dai colli del Tuscolo, chiamò humanitas. Lo fanno coltivando con straordinaria passione per le lingue classiche, la filosofia, la letteratura, la storia; leggendo i classici e cercando di trovare in essi quel vincolo e quel fondamento comune dell’umanità che lega tutti i popoli e che può essere fomento di pace universale.
Nella Villa Falconieri, si tengono lezioni tutti i giorni di lingua e letteratura latina e greca antiche, medievali, umanistiche e moderne; di poesia e metrica greco-latina; di filosofia e di storia: tutto con abbondantissime letture di classici che permettono d’instaurare un vero e proprio colloquium con coloro che ci han preceduto in questa breve stagione terrena. L’Accademia, in collaborazione con l’ISMEO e l’Università di Napoli “L’orientale”, ha anche creato una Scuola internazionale di studi superiori, alla quale confluiscono i più riconosciuti studiosi del mondo intero per corsi d’alta formazione.
Tutte le lezioni si svolgono in latino o in greco antico, e gli studenti son tenuti a usare queste lingue anche nella vita quotidiana e nelle conversazioni tra loro: questo non solo permette d’acquisire una familiarità e una scioltezza con tali lingue che consente un approccio ai testi classici senza diaframmi o barriere, ma fa sì che i giovani sviluppino un fraterno cameratismo reciproco grazie all’uso di codici che non sono una lingua propria d’una nazione, i rappresentanti della quale perciò stesso prevarrebbero sugli altri, ma rappresentano, come ebbe a dire T. S. Eliot, l’eredità comune del genere umano.
L’attività musicale e teatrale
I giovani, basandosi sui risultati delle ricerche dei loro docenti, sia in campo metrico-musicale, sia in quello della drammaturgia antica, hanno dato vita a un ensemble formato da coro e orchestra unico al mondo, il Tyrtarìon, che esegue brani di poesia greca e latina accompagnati da musiche tratte da codici medievali o primi libri a stampa del Rinascimento italiano ed europeo, e a un gruppo teatrale, il Vertumnus, che mette in iscena drammi antichi, dell’età di mezzo e dell’Umanesimo in lingua originale.
L’attività culturale esterna
Di là da questo lavoro costante e quotidiano, che impegna circa cinquanta giovani beneficiari di borse di studio da noi erogate, e provenienti dai più disparati Paesi del mondo, compresi i più remoti dall’Occidente, geograficamente e culturalmente, l’Accademia svolge un’intensa attività culturale rivolta anche a un pubblico esterno, con conferenze internazionali, lezioni, convegni, stagioni concertistiche, opere teatrali classiche, mostre d’arte e molto altro ancora, con la partecipazione dei più grandi studiosi del mondo, da Remo Bodei a Umberto Curi, da Vittorio Hösle a Thomas Leinkauf, da Dilwyn Knox a Thomas A. Szlezák, da Edgar Morin a Marc Augè e moltissimi altri. La presenza nel giardino della villa d’uno dei più grandi e maestosi platani d’Italia ci ha indotto a istituire lezioni platoniche “Sotto il platano”, con evidente riferimento al notissimo incipit del Fedro.
I rapporti con gl’Istituti di studi umanistici nel mondo
L’Accademia, non costituendo un hortus conclusus senz’aperture, ma, al contrario, sviluppando e promovendo un’attività di respiro ampiamente internazionale, collabora con le più prestigiose Università e Istituti di ricerca d’Europa e d’America, come il Warburg Institute di Londra, l’École des hautes études en sciences sociales di Parigi, il Centre d’Études Supérieures de la Renaissance di Tours o ancora l’Instituto de estudios humanísticos dell’Università di Cadice, l’Institute for Latin studies dell’Università del Kentucky e l’University of Notre Dame dell’Indiana e innumerevoli altri, ma ha anche costituito e inaugurato, in collaborazione con la Beijing foreign studies university la prima Facoltà di lettere classiche occidentali della storia cinese e ha aperto, nella remota regione di Taishun, corsi regolari di lingua e letteratura latina che vengono seguiti da centinaia di studenti per ben dodici ore alla settimana.
Il Centro studi sulle cosiddette “due culture”
L’Accademia ha dato corpo e forma a un Centro studi che fa dello sviluppo teorico e pratico dell’unità d’intenti delle cosiddette “due culture” la sua principale vocazione. Non esistono infatti per noi confini fissi o barriere convenzionali che possono impedire ai vari saperi scientifici e umanistici d’interagire e ispirarsi reciprocamente. Il Centro, promosso da Luciano Boi del l’École des hautes études di Parigi, ha già coinvolto nelle sue numerose iniziative membri dell’Accademia nazionale dei Lincei, della Scuola normale superiore di Pisa, della Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste, dell’INFN, e di numerose università d’Italia e d’Europa.
L’attività editoriale e di ricerca
L’Accademia sviluppa inoltre una intensa attività di ricerca, che trova la sua espressione nella pubblicazione d’una rivista semestrale di studi, Mantinea, in varie collane, come Humanitatis historia, Latinitas perennis, Philosophia naturalis, Fichtiana (in collaborazione con l’Istituto italiano per gli studi filosofici), ciascuna diretta da un comitato scientifico internazionale e alimentata dall’attività di numerosi ricercatori di varie nazioni. Il Vivarium novum è diventato uno dei punti di riferimento principali per chi nel mondo s’occupa di didattica delle lingue classiche (nel cui campo ha pubblicato moltissime opere che sono oggi pietre miliari per l’insegnamento del latino e del greco); esso organizza perciò in quest’àmbito corsi estivi ai quali confluiscono ogni anno centinaia di studenti, studiosi e docenti da ogni continente.
Le biblioteche e gli archivi
La biblioteca dell’Accademia consiste in una collezione di oltre centomila volumi. Nata da una base costituita da donazioni da parte dei fondatori o di altri generosi mecenati, la biblioteca s’è poi arricchita seguendo un piano ben preciso ancora in corso d’attuazione, volto a completare le più importanti serie di classici latini e greci, e a possedere tutti gl’indispensabili strumenti (lessici, grammatiche, storie letterarie, saggi) per uno studio serio delle lettere e dell’umanesimo occidentale. Oltre dunque al settore dedicato alla letteratura greco-latina e alla sua continuità medievale, rinascimentale e moderna, la biblioteca contiene anche tutti i maggiori classici delle letterature nazionali, e possiede ricche sezioni di storia, storia della filosofia e storia delle religioni. Seguendo poi uno degl’interessi specifici dell’Accademia, la biblioteca s’è dotata d’una delle più complete raccolte esistenti al mondo di libri concernenti la didattica delle lingue classiche e la sua storia dal medioevo ad oggi.
Il cuore della biblioteca è costituito da una vasta collezione di libri di letteratura latina e greca, tra i quali i 142 volumi della collezione della Bibliotheca classica Latina sive collectio auctorum classicorum Latinorum curata da Nicola Eligio Lemaire, i 108 tomi di scrittori latini commentati delle edizioni Giuseppe Pomba di Torino, la Collectio Latinorum Scriptorum cum notis, i 122 titoli degli Oxford Classical Texts (OCTs) o Scriptorum Classicorum Bibliotheca Oxoniensis, gli 800 volumi di classici greci e latini della Collection Budé, o Collection des Universités de France pubblicati dalla casa editrice Les Belles Lettres di Parigi, la serie Firmin Didot, la collezione di Scrittori greci e latini della Fondazione Lorenzo Valla (Mondadori), la collana di Classici greci e latini della UTET, gli Scriptores Graeci et Latini pubblicati dall’Officina Poligrafica dello Stato, i volumi del Corpus Scriptorum Latinorum Paravianum, i volumi di letteratura umanistica della serie I Tatti dell’Università d’Harvard.
La biblioteca possiede inoltre alcuni libri antichi e di pregio, come l’edizione Froben delle opere complete di Platone tradotte da Marsilio Ficino (1551) o quella delle satire di Giovenale del Bindoni (1548), oltre a un certo numero di opere del XVII, XVIII e XIX secolo, compresi lessici come lo Schrevelius (1779), il Nizolius (1734), il Calepinus (1654), e edizioni commentate come quella di Pindaro (1884) o quella d’Euripide (1821).
La biblioteca ha acquisito nel 2022 l’intera collezione libraria e l’archivio del noto scrittore e studioso Elémire Zolla (1926-2022), generosamente donati dalla vedova Grazia Marchianò. Il fondo Zolla consiste di circa novemila volumi; a essa s’aggiunge l’archivio privato, dichiarato d’interesse storico particolarmente importante (doc. 03/2017) dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana ed è vincolato.
La catalogazione della biblioteca è iniziata nel 2019, e la biblioteca è entrata, nel 2021, nel polo degli Istituti culturali di Roma del catalogo nazionale OPAC.
Progetto Poikìle per una rinascita delle arti visive
Nell’àmbito di questo programma complessivo s’è già dato vita a una Scuola per la rinascita delle arti visive e dell’architettura, nominata Poikìle; s’è dunque dato il via a corsi di Storia dell’arte, di disegno, composizione e pittura classica, diretti dal Maestro Leonid Ilyukhin, scelto da una nostra commissione tra centinaia d’artisti del mondo; e, per quel che riguarda l’architettura classica contemporanea, a un Centro studi diretto dal professor Ettore Mazzola, dell’Università di Notre Dame. Borsisti provenienti da diverse nazioni lavorano e studiano, non solo durante i corsi estivi, ma per tutto l’anno accademico nella Villa Falconieri, contribuendo alla nascita d’un nuovo movimento.
Presidente
Luigi Miraglia