Situato sulla collina che domina la città il Castello di Canelli, oltre al giardino all’italiana delimitato dagli antichi bastioni, comprende i prati e le vigne che costeggiano Via Villa Nuova e le vigne retrostanti il giardino con la relativa cascina.
La Storia del Castello di Canelli
Edificato nell’XI secolo in posizione dominante a difesa della valle del Belbo per il controllo della via commerciale che univa Asti al porto di Savona, fu donato nel 967 da Ottone I agli Alerami. Il complesso si ingrandì negli anni successivi grazie alle fortune dei Signori di Canelli.
In epoca rinascimentale, pervenuto alla famiglia Scarampi, fu ampliato e ristrutturato diventando un’elegante e fastosa residenza. Smantellato nel 1617 per opera degli Spagnoli durante la Guerra di Successione del Monferrato, fu riedificato a partire dal 1676 per opera degli ultimi Marchesi Scarampi-Crivelli. Camillo Gancia, dopo averlo acquistato agli inizi del ‘900, ne affidò nel 1929 il progetto di restauro e di recupero all’architetto Arturo Midana.
Servizi offerti
Visite del giardino all’italiana e degustazioni del Canelli DOCG, moscato proveniente dalle vigne della tenuta, confinanti con il giardino.
Tasting & wine
Wine shop all’interno dell’ex chiesa di Sant’Antonio del XVII sec., il cui porticato si affaccia sul piazzale da cui si accede all’ingresso del castello. Uno spazio con dehor accoglie gli ospiti dove poter degustare e acquistare i vini del castello.
Tasting room collocata nella cascina tra i vigneti dietro il castello, costituisce l’ambiente ideale per percorsi di degustazione.
Il giardino del Castello di Canelli era già famoso per la sua bellezza da prima della distruzione del castello del 1617 come narra il Ghilini: “… quel castello per bellezza e fortezza potevasi paragonare a qualsivoglia altro, e aveva tutte le qualità ed eccellenze che possono fare egregio e segnalato un luogo: tra le altre delizie che lo rendevano meraviglioso era particolare il giardino, d’ogni sorta di frutti e di delizie copioso …”.
Rimaneggiato nella ricostruzione del 1676 ad opera dei Scarampi-Crivelli, giungono fino a noi il maestoso cedro del Libano, il pozzo e la cisterna sotterranea per la raccolta delle acque piovane.
Il giardino, sospeso sul terrazzamento retrostante il castello, è delimitato dall’impianto murario di origine medioevale. Ripreso nel restauro del 1929 ad opera dell’arch. Arturo Midana, con il recupero del giardino all’italiana di siepi di bosso e di ligustro delimitato dai viali di tigli, che negli anni hanno sostituito gli olmi. Il roseto, adiacente al cedro del Libano coevo alla riedificazione per opera dei Scarampi-Crivelli, presenta differenti varietà di rose tra cui la Emanuela Gancia, dedicata alla madre dell’attuale proprietario dal vivaio francese Meilland Richardier.