La scoperta del territorio marchigiano parte dalla costa, che rappresenta sicuramente il punto più coperto a livello infrastrutturale tra strade, autostrade e ferrovia. Poi, una volta rivolto lo sguardo verso lāentroterra, scatta la vera infatuazione per una regione che sa conquistare il visitatore grazie alla sua autenticitĆ e alla sua importante storia. Terra di grandi poeti, pittori e musicisti, scrigno di tesori artistici e borghi perfettamente conservati, le Marche sono anche un punto di riferimento per i mestieri artigiani in Italia e una terra di eccellenti specialitĆ agroalimentari, a cominciare da quelle frutto del metodo biologico che proprio qui ha avuto il suo rilancio ā di questo si tratta perchĆ© storicamente i metodi cosiddetti āconvenzionaliā non erano mai stati praticati ā grazie ad alcuni lungimiranti imprenditori della zona al confine con la Romagna. Ed ĆØ proprio dal nord della regione che inizia il nostro primo itinerario marchigiano, il più lungo dei tre che vi proponiamo in termini chilometrici ma anche il più semplice perchĆ© si snoda quasi tutto lungo la riviera adriatica, da affrontare nei mesi estivi per chi ama intervallare le visite alle dimore con qualche momento di relax in spiaggia o in tutto il resto dellāanno per chi preferisce godersi il tempo in bassa stagione e senza particolari difficoltĆ di parcheggio in zona mare.
Il punto di partenza ĆØ la più celebre localitĆ costiera marchigiana. Stiamo parlando naturalmente di Senigallia, la cittĆ della famosa āRotonda sul mareā che oggi ĆØ ben nota agli appassionati di alta cucina per la presenza dei due ristoranti gourmet più importanti dellāintera regione e tra i più noti a livello nazionale: si tratta di Uliassi (tre stelle Michelin), con Mauro Uliassi in cucina e la sorella Catia in sala, e La Madonnina del Pescatore (due stelle), dello chef e imprenditore Moreno Cedroni. Fine dining a parte, Senigallia vanta la āspiaggia di vellutoā, cosƬ definita per la morbidezza della sua sabbia, e una celebre rocca detta āRoverescaā perchĆ© fu commissionata dai Della Rovere, oltre a diverse altre opere civili e religiose. Nei dintorni si trovano diversi borghi da visitare, in particolare Corinaldo con le sue mura perfettamente conservate e un centro storico che ci offre il primo dei tanti teatri allāitaliana, in questo caso il Teatro Goldoni, che potremo poi incontrare durante i nostri viaggi in regione perchĆ© le Marche sono considerate la āterra dei cento teatriā.
Da vedere, sempre a Corinaldo, la casa natale della sua più celebre āfigliaā ovvero Santa Maria Goretti, che qui nacque il 16 ottobre 1890. E a pochi chilometri da Senigallia si trova anche la nostra prima dimora storica, Palazzo Antonelli Augusti Martines dalle 100 finestre, che da Castrum romano fondato nel 150 a.C fu poi trasformato in monastero, quindi divenne il castello dei conti Antonelli di Gubbio e Pergola e infine, nel 1759, assunse le dimensioni attuali per volere del conte Nicola Antonelli, divenuto cardinale durante il papato di Clemente XIII, il quale affidò la progettazione al Vanvitelli e al suo allievo Andrea Vici e chiamò i maggiori artisti dellāepoca per le pitture e le decorazioni. Ć ancor oggi proprietĆ dei discendenti della famiglia e ha ospitato nel corso del ‘900 personalitĆ del calibro di Churchill, D’Annunzio ed Hemingway. Ć visitabile su prenotazione, ma non solo: nel palazzo ādalle 100 finestreā si può anche soggiornare prenotando una stanza nella Locanda della Cavalleria o nella Domus Augusti, le due strutture presenti allāinterno della proprietĆ , con la possibilitĆ di godersi poi la prima colazione nel parco storico o nella sala del trono.
E prima di lasciare Senigallia, un paio di suggerimenti. Il primo, per gli appassionati di dolci e gelati, ĆØ la bottega di Paolo Brunelli, uno dei punti di riferimento nazionali in questāambito goloso. Il secondo, per chi ama i gioielli artistici, ĆØ la bottega di Franco Staccioli, nel centro della cittĆ .
Da Senigallia, proseguiamo fino ad Ancona per scoprire le meraviglie del capoluogo regionale delle Marche e lo facciamo senza ulteriori soste, perchĆ© il litorale tra le due cittĆ ĆØ quello meno interessante dal punto di vista paesaggistico, ospitando una zona industriale e portuale. Lāingresso in Ancona può avvenire dalla collina se si sceglie lāautostrada o dal porto, con vista sulla Mole Vanvitelliana, se si sceglie la Statale 16. Ancona merita almeno un giorno di visita, considerando anche la possibilitĆ di un break nella spiaggia del Passetto, e quindi suggeriamo per il pernottamento il Grand Hotel Palace, struttura a 4 stelle in un palazzo storico recentemente ristrutturato. Le principali attrazioni anconetane sono, oltre alla giĆ citata Mole anticamente utilizzata per recludere i malati in quarantena: il Teatro delle Muse, in stile neoclassico, e la Loggia dei Mercanti, luogo anticamente dedicato alle trattative nellāarea del porto marittimo commerciale di Ancona. Risalendo verso il centro, con la giusta tranquillitĆ perchĆ© la strada ĆØ un poā ripida, si trova la più importante chiesa cittadina e parliamo naturalmente del Duomo dedicato a San Ciriaco e realizzato in pietra bianca e rosa del Conero, da dove si gode il miglior panorama della cittĆ . Nei pressi del Duomo si trovano i resti dellāAnfiteatro Romano, che poteva ospitare fino a 10mila spettatori. Da qui la nostra passeggiata continua per circa mezzāora, che naturalmente si prolunga di un bel poā tra una vetrina e lāaltra del centralissimo corso Garibaldi, attraversando piazza Cavour e viale della Vittoria, fino ad arrivare al Passetto, dove oltre il monumento ai caduti della Grande guerra si trova⦠finalmente il mare, raggiungibile dalla grande scalinata. Qui la spiaggia ĆØ piuttosto spartana e chi invece fosse alla ricerca di qualche agio in più si può spostare fino a Portonovo, una baia incantevole nel parco del Conero, dove ci sono anche rinomati stabilimenti balneari come ad esempio La Capannina di Portonovo.
Lasciata Ancona, proseguiamo costeggiando il mare e superando le localitĆ turistiche di Sirolo, Numana e Marcelli, iniziamo a intravedere la sagoma del principale luogo di pellegrinaggio delle Marche. Si tratta naturalmente del Santuario della Madonna di Loreto, la cui importanza ĆØ fondamentale per la CristianitĆ perchĆ© qui ĆØ custodita la Santa Casa di Nazareth in cui nacque Maria. Le tre pareti di pietra, secondo la tradizione, furono trasportate a Loreto nel 1294 quando i crociati furono espulsi dalla Palestina. E non lontano da Loreto si trova il borgo di Recanati che diede i natali al più grande poeta italiano dellāOttocento, Giacomo Leopardi, oggi casa-museo visitabile per ammirare i luoghi dello studio āmatto e disperatissimoā a cominciare dalla monumentale biblioteca frutto della raccolta di preziosi volumi per opera del padre Monaldo. Dopo tanta cultura, ci meritiamo anche un pranzo dāautore e la scelta, giĆ che siamo in zona, ĆØ dāobbligo: Andreina, ristorante di culto a Loreto, grazie alle idee dello chef e proprietario Errico Recanati, con la sua iconica pasta cacio e pepe alla brace.
Dopo aver visitato Civitanova Marche e in particolare il borgo alto (con il teatro storico Annibal Caro, la Pinacoteca Comunale Moretti, lāex Chiesa di SantāAgostino, la Stazione del Tram in stile liberty, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo Storico del Trotto), entriamo nel territorio della provincia di Fermo e in localitĆ Porto SantāElpidio ecco la nostra seconda dimora. Si tratta di Villa Il Castellano, il cui corpo centrale fu edificato nel 1625 per volere di Annibale Maggiori Colonna di Leca Guerrieri. Nel corso della sua storia ha ospitato personalitĆ del calibro di Vittorio Emanuele I di Savoia, Gioacchino Murat, Gerolamo Bonaparte e molti esponenti dellāaristocrazia capitolina. Oggi ĆØ anche sede di eventi aziendali, set cinematografici, feste private e cerimonie.
A pochi chilometri di distanza si trova la terza dimora, ma attenzione perchĆ© questa zona delle Marche presenta molte piacevoli insidie, se siete degli appassionati di scarpe, essendo la sede del più importante distretto calzaturiero italiano e quindi non mancano le possibilitĆ di fare shopping a prezzo vantaggioso in uno dei tanti factory outlet. Il più celebre ĆØ quello del Gruppo Todās a Casette dāEte, ma lungo la strada se ne trovano di continuo: non solo per donna e uomo, anche per bambino (per gli junior, soprattutto in localitĆ Monte Urano). Tornando alla dimora, si trova a Porto San Giorgio, la principale localitĆ balneare del Fermano, ed ĆØ Villa Santa Maria al Poggio. Costruita nella seconda metĆ dellāOttocento sui resti di unāantica torre di avvistamento della cittĆ di Fermo, che si trova a poca distanza da Porto San Giorgio (un tempo definita come il āporto di Fermoā), ĆØ una dimora in stile neorinascimentale e si sviluppa su quattro piani, ognuno con una sua personalitĆ e il suo fascino. Al suo interno sono presenti anche una biblioteca, una cappella votiva e un grande salone centrale che veniva utilizzato per le riunioni e i balli. E poi ci sono tre suites, a disposizione degli ospiti. La villa viene affittata per cerimonie ed eventi.
Superando il corso dellāAso, entriamo nella provincia di Ascoli Piceno e qui, nella bella localitĆ di Grottammare, si trova lāultima dimora del nostro itinerario. Palazzo Palmaroli prende il nome dalla famiglia che lo realizzò nel borgo situato in collina, da dove si gode di una vista davvero suggestiva sulla riviera di Grottammare. Da ammirare i decori dei soffitti, perlopiù ridipinti attorno alla metĆ del XIX sec. dal pittore ascolano Pietro Picca, mentre le pareti dellāultimo appartamento al terzo piano sono a opera del pittore sambenedettese Giuseppe Pauri, con vedute di fantasia della marina verso San Benedetto del Tronto e della collina di Grottammare. Il viaggio si conclude nella vicina San Benedetto, centro principale della cosiddetta Riviera delle Palme, per un pranzo o una cena a base di pesce fresco; del resto, siamo in una delle capitali italiane della pesca, il nono porto per importanza nella classifica nazionale, anche se non ĆØ il più importante delle Marche perchĆ© Ancona occupa la terza posizione assoluta. Da provare il ristorante molto smart della locale cooperativa dei pescatori, Ristoro al Porto, o in alternativa le trattorie Da Zia Cicci oppure Da Rita.