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Villa de Cillis Carafa

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Villa de Cillis Carafa

Posti letto: 30

Villa de Cillis Carafa è immersa in un parco di un ettaro composto da essenze Mediterranee ed esotiche, dove poter apprezzare le la diversa struttura dei giardini antichi, all’italiana e all’inglese.
La struttura rappresenta  una nuova esperienza turistica nella zona, un tuffo nel passato aristocratico della Nobiltà Napoletana da vivere in una dimora di Charme restaurata a regola d’arte, autentica, eco-friendly e con una rete di esperienze che il concierge proporrà che toccheranno ogni campo, il tutto restando legati alla tradizione.
Il Vesuvio e tutto ciò che ne è collegato, rappresenta la filosofia ed il filo conduttore di ogni cosa, come già così come le era stato per tutti questi notabili e come decantato dal Leopardi.

La Storia di Villa de Cillis Carafa
Il primo corpo della Villa risale al XVIII Secolo ed oggi di questa parte si possono ammirare le cantine scavate nella roccia lavica. Un secondo rifacimento c’è stato nel XIX Secolo dove si decise di trasformare la struttura da un podere di campagna ad una residenza estiva. L’ultimo rifacimento che ne da la struttura attuale è quello voluto dalla Marchesa Eleonora Carafa D’Andria De Cillis nel 1918, secondo i canoni estetici del Neoclassicismo Liberty dell’epoca.

La Marchesa, figlia di Riccardo, Duca d’Andria e Grande di Spagna, Senatore del Regno d’Italia, autore di romanzi ed opere teatrali, il quale fondò con l’amico Benedetto Croce nel 1892 la rivista “Napoli Nobilissima”; e di Enrichetta Capece Latro dei Duchi di Castelpagano, Dama di compagnia della Regina Margherita di Savoia, donna di grande cultura, autrice de “La Villa delle Ginestre” e traduttrice proprio in questi luoghi di autori russi come Tolstoj, Gogol’, Dostoevskij, Čechov e Puškin, firmandosi con lo pseudonimo Duchessa d’Andria. La duchessina Eleonora visse quasi interamente la sua vita tra Napoli e Torre del Greco, negli antichi possedimenti dei Carafa d’Andria, che comprendevano anche Villa delle Ginestre, dimora torrese di Giacomo Leopardi.

All’epoca la Villa fu arricchita da stucchi, fregi, colonne, balaustre, marmi e riggiole oltre ad un giardino ricco di pozzi e vialetti oggi in gran parte perduti o molto fatiscenti. Soprattutto dal giardino sono stati rubati diversi oggetti e strutture di importante valore storico tipici dei giardini vesuviani, tra cui due pozzi del 1500/1600 originari dei primi insediamenti della famiglia De Cillis e della famiglia Carafa nel Regno delle due Sicilie.

A quel tempo si devono gli stemmi smaltati delle 4 casate da cui discendevano gli ultimi notabili della struttura e che daranno origine allo storytelling delle varie tipologie di camere. La Villa fu ristrutturata con una pianta ad L, con due piani fuori terra e un piano sottostrada, il tutto costruito con una muratura di pietra lavica vesuviana. Attraverso uno scalone di marmo, si entra all’ingresso del palazzo, posto leggermente rialzato in posizione centrale. Al piano rialzato era situato il salone delle feste con un imponente camino ed arazzi, dal quale si accedeva ai quattro salotti di rappresentanza decorati con stucchi e parati di seta di damasco dai vari colori. Grazie al grande scalone interno in marmo si accede al piano Nobile dove due terrazzi, uno ad oriente ed un altro ad occidente, rispetto il corpo centrale, movimentano le linee della fabbrica. In quegli anni la villa fu luogo d’incontro di famiglie nobili Napoletane, durante il famoso salotto del mercoledì, infatti si riunivano personalità come la  Principessa Casacalenda, proprietaria di Villa Campolieto sul Miglio d’Oro, il Principe Pignatelli, la Marchesa di  Serracapriola, la  Marchesa  Bonelli  da  Pompei,  i  Conti  Del  Balzo  e  quasi  sempre  anche letterati ed uomini di cultura; non mancarono scrittori, poeti, artisti tra cui ricordiamo anche Benedetto Croce come scrive anche Clotilde Marghieri, sua vicina, nel romanzo “Vita in Villa”.

La villa e tutto il latifondo sono sempre stati luogo anche di incontri molto importanti, dal 1800 con i letterati Romantici tra cui spiccava Leopardi, poi col salotto del mercoledì letterario ed anche come luogo d’incontri di personaggi importanti prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti son passati per i suoi salotti personaggi come: Umberto II di Savoia, Mussolini.

In seguito al bombardamento del 15 settembre 1943 che distrusse l’Orfanotrofio del Buon Consiglio, a pochi kilometri dalla Villa, la Marchesa Eleonora accolse in villa Don Raffaele Scauda fondatore dell’Orfanotrofio, le suore e le orfanelle. Gli ospiti restarono in Villa fin quando la Marchesa a sue spese fece ricostruire l’Orfanotrofio.

I servizi offerti:
La struttura è oggi una struttura ricettiva e location per eventi, è dotata di camere Classic, Deluxe e Suite arredate con mobili d’epoca ma con tutti i comfort moderni. Gli ospiti potranno godere di saloni e terrazzi comuni, oltre che di un giardino all’italiana dove sarà possibile svolgere dei percorsi di visita accompagnati da prodotti locali partendo proprio dalle cantine in pietra della Villa.

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Servizi Aggiuntivi

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    Dove si trova la Dimora

    Regione: Campania
    Città: Torre del Greco (NA)

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