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La Calabria ionica da Rocca Imperiale a Crotone e Locri e la Calabria tirrenica fino a Reggio di Calabria

Il versante ionico della Calabria è il più impegnativo da affrontare, perché non offre l’appoggio prezioso dell’autostrada A3 e quindi i tempi di percorrenza si moltiplicano, ma questo consente qualche garanzia aggiuntiva in termini di intimità, perché vale l’equazione “meno strade uguale meno gente”. E ci sono tutti gli elementi che determinano la possibilità di disegnare un itinerario memorabile per la visita delle dimore storiche, per i borghi più belli di questa parte della regione e anche per le tante testimonianze presenti nel territorio dell’epoca della Magna Grecia. Ci spostiamo così da nord a sud, partendo dal primo borgo che incontriamo in Calabria scendendo dalla Basilicata. E si tratta di Rocca Imperiale.
Il castello di Rocca Imperiale fu costruito per ordine di Federico II di Svevia nel 1225 e il borgo, inserito nei circuiti dei più belli d’Italia, nasce proprio sotto il castello con le case a gradinata. L’antica fortezza è aperta al pubblico e anche il borgo, celebre per i suoi limoni Igp, merita una visita con il suo monastero che comprende il Museo delle Cere, la Biblioteca comunale e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Si prosegue poi lungo la Statale 106 per Montegiordano Marina, dove si può visitare una bottega artigiana molto particolare: si tratta infatti della Liuteria Jonica Corrado, dove Marco Corrado utilizza i legni del territorio per realizzare chitarre classiche, violini, violoncelli e altri strumenti musicali per poi salire verso l’antico centro abitato per visitare l’azienda agricola Tenuta del Castello, situata nei pressi del castello feudale costruito nel XVII secolo sui ruderi del Monastero di Sant’Anania, che fu distrutto dai Saraceni intorno al 1150. Nei dodici ettari di vigneti si coltivano le uve che vengono trasformate in vino con la consulenza di Riccardo Cotarella, il re degli enologi. La cantina è aperta agli enoturisti e si effettuano visite con degustazione finale. Dall’antico centro abitato di Montegiordano, imboccando la SP 149, un suggestivo percorso conduce a Oriolo per una visita al castello Pignone del Carretto, una delle strutture più significative della rete di torri di guardia e fortificazioni lungo lo Jonio e nell’entroterra calabrese. Seguendo la SS 481 la tappa successiva è un luogo che emoziona chiunque transiti lungo la Statale ionica, essendo ben visibile e ubicato davanti al mare: è il Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, location per eventi romantici ma anche ristorante vista mare dove possiamo effettuare il primo stop gastronomico del nostro viaggio. Da qui poi arriviamo ad Amendolara con la sua Torre spaccata fronte mare, superiamo Villapiana e facciamo l’ingresso nella Piana di Sibari, la cui storia merita un approfondimento. Qui fu infatti combattuta, 2.500 anni fa, una guerra che portò alla distruzione della gloriosa Sibari da parte di Crotone e che cambiò la storia della Magna Grecia. Tutto ebbe origine dalla cacciata di un gruppo di aristocratici sibariti che ripararono a Crotone, l’acerrima nemica di Sibari, e Telys, tiranno sibarita, chiese la riconsegna degli esuli, ma i crotonesi rifiutarono. A quel punto iniziò lo scontro, che si concluse con la vittoria di Crotone (guidata da Milone, sette volte campione olimpico di lotta) nella battaglia di Nika, a cui seguirono il saccheggio e la distruzione di Sibari, che all’epoca pare contasse ben 300mila abitanti i quali amavano i lussi e conducevano una vita che non era propriamente in linea con la disciplina militare, tanto che ancor oggi l’aggettivo “sibarita” contraddistingue chi è dedito ai piaceri di ogni tipo. Dell’antica Sibari resta un parco archeologico che comprende il Museo della Sibaritide, il Museo di Amendolara e le aree archeologiche Parco del Cavallo e Casa Bianca. Dal punto di vista ambientale, la zona vede la presenza di un ecosistema come i Laghi di Sibari, frutto della bonifica di una palude, e che ospita un centro nautico internazionale. La piana di Sibari è di grande importanza per l’agricoltura calabrese, per la coltivazione di agrumeti (in particolare le clementine) e per un prodotto tipico che difficilmente potrebbe essere ricollegato alla Calabria: si tratta del riso, che si presenta più sapido rispetto alle altre tipologie, perché viene coltivato in un territorio salmastro e situato a poca distanza dal mare. Da Sibari saliamo a Saracena per visitare l’Azienda Agricola Maradei nota per la pregiata produzione di vini naturali – tra cui il famoso Moscato Passito di Saracena – e olio.

Ritorniamo sulla costa ionica dopo la Piana di Sibari e arriviamo in località Rossano, dove si concentrano ben tre dimore storiche. La prima, arrivando da nord, è Tenuta Ciminata Greco, che rappresenta anche una delle possibili soluzioni per pernottare nella città famosa per la produzione di liquirizia (e poi scopriremo perché…), disponendo di 21 alloggi tra camere, suite e appartamenti. Si tratta di un antico casale in pietra con un antico frantoio, una storica biblioteca con oltre cinquemila testi e una chiesetta privata. La seconda è un museo d’impresa e l’azienda in questione è nota nel mondo proprio per la qualità della sua liquirizia. A Palazzo Amarelli, secondo museo d’impresa più visitato d’Italia, sono esposti gli attrezzi utilizzati nella lavorazione, nella commercializzazione, e nell’estrazione della radice da cui si ricava la liquirizia. Dal 1731, la famiglia Amarelli è impegnata nella produzione della liquirizia con il proprio marchio e ha contrassegnato in questo modo la storia del territorio, come dimostra anche il nome della località dove sorgono palazzo e fabbrica: Contrada Amarelli. La visita al Museo avviene su prenotazione ed è gratuita, con la possibilità di acquistare i prodotti Amarelli nello shop interno. La terza dimora storica è Palazzo Cherubini, risalente al XIX secolo; si trova nel centro storico di Rossano nei pressi del Museo Diocesano che accoglie il Codex Purpureus Rossanensis, codice bizantino miniato del VI secolo e patrimonio Unesco, del quale Palazzo Cherubini possiede una copia. La dimora oggi è un luxury b&b e dispone di due piscine, entrambe riscaldate, una esterna e una interna di acqua salata ricavata dalla vecchia cisterna del palazzo. Ha inoltre una zona Spa dotata di palestra e sauna. Tra le attrazioni gastronomiche di Corigliano Rossano compare anche una pizzeria, Campana Pizza in Teglia, che ha conquistato il terzo posto nazionale nell’autorevole classifica di 50TopPizza per la categoria della pizza da viaggio.
A proposito di viaggio, il nostro prosegue per Cariati Marina da dove saliamo a Cariati alta, entrando da Porta Pia per visitare la cattedrale di San Michele Arcangelo ed effettuare il giro dei torrioni, provando il pluripremiato gelato di Fortino. Da qui si raggiunge Crucoli che i calabresi ben conoscono perché si tratta del paese della Sardella, il “caviale calabrese”, una crema che si ottiene dalla conservazione delle sardine neonate sotto sale (oggi si utilizza il pesce ghiaccio in sostituzione del bianchetto), finocchio selvatico e peperoncino, e le cui origini pare risalgano all’antica Roma. E dopo Crucoli entriamo nel territorio di un altro prodotto calabrese di eccellenza: Cirò, terra di grandi vini, dove ci sono diverse cantine da visitare e la più illustre, quella che ha proiettato la denominazione sulla scena italiana e internazionale, è Librandi. Oltre alle cantine, anche il centro storico di Cirò alta presenta diverse attrattive, a cominciare dal castello medievale, detto castello di Carafa, con le sue torri e fortificazioni, e la chiesa di Santa Maria de Plateis. Per la ristorazione, chi ama la tradizione può scegliere la trattoria L’Aquila d’Oro, mentre per l’alta cucina troviamo a Strongoli un indirizzo che ha conquistato fama nazionale come quello del Dattilo, della chef Caterina Ceraudo. Per il pernottamento, suggeriamo la struttura di Borgo Saverona, dove si può soggiornare circondati da 20 ettari di vigneti e uliveti secolari.

Il nostro itinerario continua con la scoperta di Torre Melissa, dove si trova una torre aragonese del XVI secolo, sede del museo della civiltà contadina e del locale gruppo di azione locale (Gal), con un bel ristorante realizzato nelle immediate vicinanze della torre. Da qui poi si prosegue fino a Crotone, dove si entra dopo aver superato la brutta zona industriale abbandonata per poi scoprire un centro storico suggestivo, con l’imponente Castello di Carlo V, la piazza dedicata al più illustre crotonese della storia ovvero il filosofo Pitagora, l’instagrammabile vicolo degli Innamorati, il Museo archeologico nazionale, il Parco della villa comunale. A una decina di chilometri dal centro di Crotone è il Promontorio di Capo Colonna dove si trova il Parco archeologico nazionale di Capo Colonna nell’antico luogo di culto per la dea Hera Lacinia, dove ci sono i resti dell’Heraion. Si tratta di un luogo storico per diverse ragioni, legate anche alla figura di Annibale che da qui ripartì per fare ritorno a Cartagine. E meditando sulla storia e sul peso che ha avuto la Calabria negli eventi passati, ammiriamo la Colonna superstite del Tempio di Hera Lacinia che si staglia sullo sfondo blu cobalto del mare Ionio, luogo ideale per scattare una foto che conserveremo a lungo. Proseguendo sulla SP50 si giunge quindi alla suggestiva Torre di Scifo.
Riprendendo la strada costiera non è da mancare una sosta a Le Castella, noto centro turistico della Costa dei Saraceni nella riserva marina di Isola Capo Rizzuto, con il suo imponente castello aragonese che sorge su un isolotto collegato alla riva da una sottile striscia di sabbia. Proseguiamo quindi verso Locri, attraversando lungo il percorso l’abitato di Riace nel cui mare vennero ritrovati i famosi bronzi ora esposti al Museo Archeologico di Reggio Calabria. A Locri, culla della cultura greca in Calabria, visitiamo il Parco Archeologico e il Museo Nazionale di Palazzo Nieddu del Rio, si può soggiornare presso l’Agriturismo Borgo Carbone, situato su un altopiano e circondato da più di trenta ettari di agrumeti e uliveti, e che offre ampi panorami sulla Costa dei Gelsomini, Locri e Gerace.

Da Borgo Carbone saliamo a Gerace, borgo medievale di rara bellezza e famoso per la sua architettura medioevale ben conservata, anticamente chiamato il paese delle 100 chiese e delle 100 campane. Oggi, a causa dei terremoti succedutisi nei secoli, ne restano un ventina a cominciare dalla splendida Cattedrale che non ha bisogno di commenti.
Ci fermiamo in uno dei ristoranti tipici di Gerace per gustare piatti locali come l’alatucia (cotiche) con le uova e la curcudia, una polenta dell’Aspromonte, e la cicerata, dolce a base di ceci lessi, miele e cannella.
Siamo ormai giunti quasi al termine del nostro viaggio in Calabria. Da Gerace ci inerpichiamo circondati dal verde della montagna calabrese lungo la SP1, passando attraverso le Dolomiti di Canolo per raggiungere la nostra ultima tappa, la Tenuta Acton di Leporano a Cannavà dove possiamo soggiornare nel contesto dell’esperienza unica di un’azienda agricola che si estende per 300 ettari di oliveti, particolarmente rinomata per la sua produzione di olio, accolti nelle antiche dimore che ospitavano gli abitanti della comunità agricola ora ristrutturate per ospitalità.
Siamo nuovamente quasi sulla costa tirrenica. Da Cannavà possiamo fare base per un’escursione a Reggio di Calabria, visitare il Museo Archeologico e ammirare il panorama della Sicilia e dell’Etna dal Lungomare, “il più bel chilometro d’Italia”, come lo definì Gabriele d’Annunzio, e per una giornata a Scilla esplorando l’antico borgo ai piedi del Castello Ruffo e – se la stagione lo consente – bagnarsi nelle acque di fronte a Cariddi. Notevole la terrazza sospesa sul mare del Ristorante Glauco.