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Sicilia – Palermo, la capitale del Mediterraneo è tornata a splendere

Una città in perenne trasformazione, in pieno rinascimento culturale e sociale grazie anche, come ha evidenziato Vogue in un servizio dedicato al capoluogo siciliano, “all’impulso creativo di artisti, designer e imprenditori illuminati, locali e internazionali, che hanno ridato slancio alla città, proiettandola senza paura verso il futuro”. E la base di questa proiezione verso il futuro, per Palermo, è rappresentata dal suo grande passato, dalla sua storia e dal patrimonio artistico che ne hanno fatto la capitale indiscussa del centro del Mediterraneo. La naturale predisposizione dei suoi abitanti ad accogliere le influenze di numerose civiltà e popoli ha fatto sì che la città fosse capace, nel corso dei secoli, di rinnovare e rinnovarsi.
La sua capacità di attrazione si misura anche attraverso gli investimenti dei gruppi internazionali di hotellerie, con l’ingresso dal 2021 di Rocco Forte che ha acquisito Villa Igiea, hotel di lusso appartenuto alla famiglia Florio le cui sale sono state decorate dalle mani dei più grandi artisti liberty dell’epoca, nonché la più recente operazione che ha portato lo storico Grand Hotel et Des Palmes di Palermo nel portfolio Mangia’s.
La ricchezza storico-culturale che si è sviluppata nei secoli è ben presente anche sulla scena gastronomica. Il centro storico di Palermo è noto per aver mantenuto un rapporto profondo, quasi sacro, con il cibo ed è per questo che i punti vitali della città rimangono ancora oggi i mercati storici: il Capo, perfetto esempio di come i “mercatari” siano riusciti a mantenere vivo quell’intricato labirinto di viuzze, proprio come ai tempi degli arabi. Il pittoresco mercato di Ballarò, che si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory. E infine, il mercato dove protagonista è la carne, la Vucciria (anticamente Buccerìa, dal francese boucherie, e anche sinonimo di vociare). I migliori ristoranti della città trovano nella ricchezza dei mercati storici l’armonia di sapori più adatta ai loro menu e tra questi troviamo gli stellati Mec e Gagini nonché I Pupi e Limu nella vicina Bagheria.

Da dove iniziamo?
L’ingresso in centro storico dal mare non si può che effettuare dalla solenne Porta Felice.
Attraversando piazza del Cavalluccio Marino e percorrendo via Butera, giungiamo alla prima Dimora Storica del nostro itinerario, Palazzo Lanza Tomasi l’ultima residenza del Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il Gattopardo. Il Palazzo è ora Casa della Memoria della famiglia Tomasi di Lampedusa: nel piano nobile sono esposti documenti e arredi provenienti dal distrutto Palazzo Lampedusa e le visite, condotte personalmente dalla proprietaria, comprendono anche la biblioteca storica del Principe e tutti i suoi manoscritti. A Palazzo Lanza Tomasi, inoltre, si può soggiornare nei Butera 28 Apartments, completamente attrezzati e arredati in gran parte con mobili d’epoca. È anche possibile prendere parte a un’esperienza culinaria tutta siciliana unica nel suo genere, organizzata dalla duchessa in persona e denominata “A Day Cooking with the Duchess”, corso di cucina che inizia con la visita e l’acquisto delle materie prime al mercato del Capo e continua con la preparazione di un menu completo nella cucina del Palazzo. Si conclude la giornata con il pranzo e la visita delle sale del piano nobile, amorevolmente restaurate tra gli anni Sessanta e Settanta da don Gioacchino Lanza Tomasi.
Ciò che di eccezionale si può apprezzare in una città come Palermo, è la possibilità di passeggiare tra monumenti e siti artistici e culturali a poca distanza l’uno dall’altro, all’interno di un percorso di poche centinaia di metri.
Nel nostro caso, nel percorso della passeggiata che ci porterà a Palazzo Alliata di Pietratagliata, si inizia con la visita a Palazzo Butera, antica residenza dei Principi di Butera, oggi casa-museo contemporanea, che ospita la splendida collezione della famiglia Valsecchi, autrice di un restauro “con l’intenzione di aprire il bene monumentale alla fruizione pubblica”.
Dalla vicina via Alloro, si accede alla sede della Galleria Regionale di Palermo ovvero Palazzo Abatellis, il cui allestimento venne affidato a Carlo Scarpa: vi sono custoditi, tra gli altri, capolavori quali l’Annunziata di Antonello da Messina e il Trionfo della Morte. Più avanti, la magnifica chiesa della Gancia e, sulla via per il Cassaro, ovvero via Vittorio Emanuele, arteria principale del centro storico, si può sostare a piazza Marina, all’ombra del gigantesco ficus, per poi entrare a Palazzo Chiaromonte o Steri, sede dell’Inquisizione spagnola che racchiude al suo interno ben sette secoli di storia, tra cui i graffiti realizzati sulle pareti delle celle dai prigionieri del terribile tribunale e, giungendo all’arte del ‘900, il celebre quadro di Renato Guttuso.

La Vucciria. Oggi è sede dell’Università di Palermo.

In una decina di minuti, attraversando lo storico mercato ritratto da Guttuso, e magari fermandosi per degustare i tipici piatti dello street food palermitano, si apre, infine, la piazza di San Domenico, con l’omonima chiesa, da metà ‘800 Pantheon dei Siciliani illustri, che ospita anche la tomba di Giovanni Falcone e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Da lì, attraversando via Roma, raggiungiamo la nostra seconda tappa, Palazzo Alliata di Pietratagliata.

L’edificazione di Palazzo Alliata di Pietratagliata risale al 1473 e abbraccia quindi, con le sue stratificazioni architettoniche decorative, cinque secoli di storia, dalla torre merlata quattrocentesca allo stile Rococò dei suoi interni, alla presenza del più imponente lampadario di Murano realizzato nella storia e risalente al ‘700, fino alle decorazioni in stile neogotico a opera di grandi architetti del ‘900 quali Ernesto Basile e Vincenzo Palazzotto. Il palazzo è aperto al pubblico e ospita eventi di prestigio, congressi, conferenze e cerimonie, ma può rappresentare anche un’ottima soluzione per vivere l’esperienza palermitana in una dimora storica, grazie alla presenza di un appartamento affittabile e dotato di due camere da letto con due bagni più cucina, stanza da pranzo, salone e ingresso.

È tempo di riprendere il programma della giornata visitando i luoghi più celebri del centro storico.

Tornando su via Roma, si raggiunge il celebre Museo archeologico “Antonino Salinas”: da lì, attraverso via Bara all’Olivella, raggiunge il Teatro Massimo, terzo teatro d’Europa per grandezza, monumentale struttura neoclassica che sorge sulla piazza che un tempo ospitava chiese e conventi. A destra dell’odierna piazza Verdi comincia l’altra importante via del centro, via Maqueda, che vi porterà ai Quattro Canti o piazza Vigliena o ottagono del Sole, il fulcro del centro storico. Ciascun cantone presenta i tre ordini architettonici che ospitano, dal basso, le statue delle Stagioni, i quattro re spagnoli e le sante protettrici di ogni mandamento. Attorno ad esso sorgono le chiese barocche di San Giuseppe dei Teatini e di Santa Caterina con i loro marmi mischi, San Cataldo e la Martorana, di fondazione normanna, la manieristica fontana di piazza Pretoria, che il Viceré Garcia di Toledo fece ad imbellir questa nostra patria.

Continuiamo il nostro percorso, con il mare alle spalle, lungo la via Vittorio Emanuele, passando dalla teatrale chiesa del Santissimo Salvatore, dalla pianta ellittica, fino al tempio palermitano, la Cattedrale, che custodisce le tombe in porfido di Ruggero I, Costanza la Normanna e Federico II. Si prosegue fino al Palazzo Reale o Palazzo dei Normanni, costruito intorno al X secolo dagli arabi, scelto dai re normanni come residenza di lusso e al contempo fortezza, che racchiude all’interno la stupefacente Cappella Palatina e dove oggi, sopra la torre Pisana edificata da Ruggero II, si trova l’Osservatorio Astronomico di Palermo. A 5 minuti a piedi dal Palazzo Reale, non potete assolutamente perdere la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, chiesa medievale costruita in epoca normanna, con le sue caratteristiche cupole rosse e il delizioso chiostro.

Uscendo da Porta Nuova, la via Vittorio Emanuele continua come corso Calatafimi fino a Monreale e, oltrepassando l’asse autostradale, arriviamo alla terza Dimora di questo soggiorno palermitano, Villa Tasca che si trova al centro di un parco di 8 ettari e ha conquistato nei secoli tutti i suoi più illustri visitatori e ospiti, tra cui il compositore Richard Wagner – che qui compose il terzo atto di uno dei suoi capolavori, Parsifal – e lo scrittore e poeta Johann Wolfgang von Goethe. La visita alla dimora offre la possibilità di passeggiare per il suo giardino storico, icona del Romanticismo siciliano ottocentesco, e di entrare nei saloni del piano nobile. Infine, per chi volesse vivere un’esperienza davvero indimenticabile di soggiorno e pernottamento, la villa è prenotabile e può ospitare fino a otto persone.

Palermo, come tutta la Sicilia, è giustamente nota per il suo mare e le sue spiagge. E allora perché non prendersi un giorno di riposo per visitare la spiaggia dei palermitani, Mondello, raggiungibile attraversando il Parco della Favorita, ai piedi de “il più bel promontorio del mondo” come Goethe definì Monte Pellegrino durante il suo soggiorno siciliano. Ed è tra Monte Pellegrino e Capo Gallo che si trova racchiusa la spiaggia di Mondello, anticamente borgo marinaro, bonificato e trasformato in stazione balneare a fine Ottocento, affascinante per le sue ville in stile Liberty e lo stabilimento ex Charleston, elegante costruzione immersa nell’acqua edificata nel 1910 dalla Società Italo-Belga.

Da Mondello, per rientrare nel cuore della città, non si può non attraversare la piana dei Colli, dove aristocratici e grandi borghesi cominciarono ad insediarsi, a partire dal XVIII secolo circa, attratti dalla moda e dalle vastità dei feudi, per la vista e il contatto con il bosco.
La quarta Dimora palermitana del nostro itinerario è Villa Alliata Cardillo, antico baglio settecentesco trasformato in villa residenziale per volere del Marchese Domenico Cardillo: la villa oggi ospita il Centro d’Arte Piana dei Colli, l’ex scuderia viene utilizzata come sala eventi, e poi c’è il giardino che rappresenta il fiore all’occhiello della Dimora e può ospitare cerimonie ed eventi con la presenza fino a mille invitati.
Prima di concludere l’esperienza palermitana, val la pena di prender la macchina e allontanarsi dal centro e dal proverbiale traffico della città per salire in montagna fino a raggiungere Piana dei Greci, così denominata fino al 1941, poi ribattezzata Piana degli Albanesi.
In questa splendida cornice di valli e monti troviamo un’altra Dimora, Masseria Rossella, agriturismo di charme con piscina che si trova nella valle dello Scanzano e considerato un “unicum” nel territorio per rango, grandiosità di impianto e nobili natali. Il suo ristorante propone la cucina della tradizione siciliana rivisitata con gusto.
Da qui si possono raggiungere altri itinerari, come quello che porta alla Valle dei Templi di Agrigento.
Intanto ci godiamo l’aria di montagna e i sapori della vera Sicilia.