Un giorno a Lecce? Troppo poco, aggiungetene almeno uno e avrete una “piccola” idea delle bellezze di questa città, considerata anche la “Firenze del Sud” che è un nome non particolarmente adatto a descrivere la città più importante del Salento, perché Lecce è Lecce e Firenze è Firenze. Insomma, parliamo di due cose davvero diverse. Una descrizione efficace dell’unicità di Lecce fu tracciata da Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia dove l’allora giornalista del Corriere della Sera scrive: Lecce conserva una qualità signorile, quasi di salotto distinto dai servizi del circondario. Se si entra nella parte vecchia, le molte chiese barocche e i palazzi barocchi, ora di faccia, ora di sghembo, in piazzette e stradine, e disposti tra loro in angoli dal gusto scenico, si direbbero una serie di piccoli teatri. Tutto sembra disposto e ornato per un lieve gioco teatrale; una commedia di Goldoni non vi stonerebbe; facciate di chiese, palazzi e i loro effetti combinati, tramandano attraverso i secoli un animo squisitamente provvisorio, quasi dovessero durare una sera sola, ma una sera che conta, forse definitiva.
Prima di “perderci” tra questi piccoli teatri, una piccola serie di raccomandazioni importanti per visitare la città di Sant’Oronzo. La prima è quasi ovvia: se capitate d’estate, evitate le ore più calde quando il sole picchia forte e spesso anche il vento del Salento, compagno fedele della città, decide di prendersi una sosta. Ad ogni modo, l’estate non è la stagione migliore per visitare Lecce perché il Tacco d’Italia è preso d’assalto dal turismo balneare e una parte di questo flusso arriva nel capoluogo in orario serale, rendendo più difficile la prenotazione dei tavoli al ristorante e la ricerca di un hotel dove pernottare. A questo proposito, ecco un elenco di posti imperdibili dove assaggiare le tipicità leccesi. Per il fine dining, gli indirizzi giusti sono quelli di Bros e di Primo Restaurant, ed entrambi possono vantare una stella Michelin. Per chi ama la cucina tradizionale, Trattoria Le Zie è una vera istituzione con oltre sessant’anni di premiata attività vissuta tra sagne, carne di cavallo, verdure di stagione e dolci del territorio. La pasticceria è affar serio in città, dove naturalmente si fa a gara per produrre il miglior “pasticciotto” che è la più tipica creazione del territorio con la sua pasta frolla ripiena di crema: tra gli indirizzi giusti compaiono Natale in via Trinchese, Chantilly in piazza Ariosto, Aldemorisco in via Foscarini e Citiso in via Oberdan, oltre all’onnipresente (in provincia) catena di pasticcerie Martinucci. Per gli acquisti di vini salentini e dell’olio extravergine purtroppo sempre più raro a causa della terribile xylella che ha radicalmente cambiato anche il paesaggio della provincia di Lecce, consigliamo l’enoteca Wine&More o l’Enoteca Merum, dove si possono anche fare ottime degustazioni, o ancora Pippi Nocco nel centro storico. L’artigianato leccese lega la propria fama all’arte della cartapesta, alla quale è anche dedicato un museo presso il Castello Carlo V di Lecce, e alla ceramica che ha dato forma al pumo, bocciolo racchiuso in foglie ornamentali che deriva da un manufatto realizzato in onore della dea Pomona protettrice di tutti i frutti, storicamente presente nelle dimore leccesi come portafortuna, e lo si trova perlopiù sui balconi e cornicioni dei palazzi. Ma il vero simbolo di Lecce è la sua pietra calcarea, detta Pietra leccese, che dona alla città quella luce unica e inconfondibile e la cui lavorazione è affidata a maestri artigiani che realizzano pezzi davvero importanti e in grado di cambiare interni ed esterni di un’abitazione. Per dormire, Lecce presenta diverse residenze d’epoca e una dimora storica sarà quindi la nostra scelta.
Dimora Muratore offre un tipo di esperienza davvero unico e singolare: la suite con hammam interno. A parte questa sciccheria, al pianterreno del palazzo che risale alla fine dell’800 si trovano altre tre tre camere eleganti e confortevoli, caratterizzate dalle tipiche volte ad arco. Essendo situata in pieno centro storico, a pochi passi dal Duomo e sulle originarie cinte murarie cinquecentesche della città, Dimora Muratore rappresenta una perfetta soluzione dal punto di vista logistico e anche un bel compromesso tra centralità e spazi versi, poiché la residenza è circondata da un giardino pensile di circa mille metri quadri che si inerpica sulle antiche mura urbiche. Chi pernotta qui avrà a disposizione, in ogni camera, anche un angolo di giardino riservato. È inoltre previsto, su prenotazione anticipata, un esclusivo servizio di home restaurant, riservato agli ospiti della dimora.
Partendo dalla dimora, visitiamo quindi il cuore della città iniziando dal Duomo dedicato a Maria Santissima Assunta con il bianco della pietra leccese che caratterizza l’edificio in stile barocco preso d’assalto all’ora del tramonto per quella che probabilmente è una delle immagini più scattate dai turisti che si recano a Lecce. Questo luogo di culto risale come prima costruzione al 1144 e fu poi riedificato nel 1230 e infine, per volere del vescovo Luigi Pappacoda, fu affidato all’architetto leccese Giuseppe Zimbalo che si occupò di una terza riedificazione a partire dal 1659. Da non perdere la vista della città dall’alto del campanile, sul quale si sale con un comodo ascensore. La visita prosegue per l’ex Convitto Palmieri, al cui interno si trova una delle principali biblioteche della Puglia ovvero Biblioteca Bernardini (che conserva 117.000 volumi, 275 pergamene, 486 manoscritti, 31 incunaboli, 435 edizioni del XVI secolo) e per piazzetta Carducci, sede di eventi culturali come l’annuale mostra di Artigianato d’Eccellenza in concomitanza con la Giornata Nazionale dell’ADSI. La Chiesa di Sant’Irene dei Teatini è una perla del barocco leccese ed è dedicata alla Santa che fu la patrona della città fino al 1656. Da visitare anche la Basilica di Santa Croce e l’ex Convento dei Celestini che oggi è la sede della Prefettura.
Tra la Cattedrale e la sede del Convitto Palmieri si trova la seconda dimora storica del nostro itinerario, residenza nobiliare di origine rinascimentale. Si chiama Palazzo Bernardini e offre la possibilità di soggiornare in eleganti suite e ampi e luminosi appartamenti. Il palazzo è frutto della fusione di tre edifici, accorpati dalla famiglia Mandoj nella seconda metà dell’Ottocento in occasione del matrimonio della loro unica figlia Aurelia con Raffaele Bernardini Marchese di Arnesano. Anche in questo caso, di particolare importanza è il giardino, che conserva la più antica Jacaranda della città e varie altre piante ottocentesche, oltre ad alberi di agrumi e piante ornamentali, e il palazzo è aperto al pubblico in occasione della manifestazione Cortili Aperti organizzata da A.D.S.I. in collaborazione con il Comune di Lecce. Nel giardino storico è possibile vivere l’esperienza della cena con menù personalizzato.
Tenendo sempre il Duomo come punto di riferimento, la scoperta di Lecce continua con la visita alla Chiesa di Santa Chiara, anch’essa di origine barocca, da dove raggiungiamo la grande piazza dedicata a Sant’Oronzo dove si trovano l’Anfiteatro Romano di età augustea e la colonna di Sant’Oronzo con i suoi 29 metri di altezza. A poche centinaia di metri si trova l’altro grande lascito romano a Lecce ovvero il Teatro Romano, della stessa epoca, che fu scoperto per caso nel 1929, durante alcuni lavori nei giardini di due palazzi adiacenti, e poteva ospitare fino a 5.000 spettatori. Da qui si prosegue fino al Castello di Carlo V, originario del Cinquecento e oggi sede del principale polo culturale leccese. Sempre nei pressi di piazza Sant’Oronzo si trova la Villa Comunale, anticamente chiamata dai leccesi “Villa della Lupa” per la presenza di una gabbia in cui erano rinchiusi dei lupi, con i suoi giardini.
Per concludere l’esperienza leccese, manca solo una masseria tipica del territorio. E la troviamo a soli 5 km dal centro della città. Masseria Lilei è un esempio tra i più significativi di costruzione rurale dell’agro di Lizzanello, fortificata ed edificata alla fine del XV secolo con le volte a stella in pietra leccese, e si trova al centro di un’azienda agricola di 90 ettari dove si coltivano la vite e l’olivo. Ha una piscina di acqua salata con idromassaggio a disposizione degli ospiti e oggi offre ospitalità come hotel de charme con diverse suite, tra cui la Master Suite di circa 120 mq e una suite realizzata nella sua parte più antica alla base della torre di difesa. Agli ospiti sono riservati i corsi di cooking-class, wine tours in azienda e nelle cantine più rinomate del Salento, visite guidate e qui si celebrano matrimoni con rito civile e unioni civili. Qui si degustano i prodotti della masseria coltivati con metodo bio tra vigneti, frutteti, oliveti e piante officinali. Da qui, il mare – anzi, i due mari del Tacco d’Italia – è a portata di mano e a seconda di dove soffia il vento, sarete liberi di raggiungere quello più calmo: se c’è maestrale conviene puntare sull’Adriatico, se c’è la bora è il caso di scegliere lo Ionio.