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Treviso, Belluno e i patrimoni Unesco delle colline e delle Dolomiti

I riconoscimenti Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità alle Dolomiti, nel 2009 e alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, giunto nel 2019, hanno dato ulteriore impulso a un territorio vitivinicolo posizionato nel cuore del Veneto, indicativamente a metà strada – in linea d’aria – tra la laguna di Venezia e le più belle vette dolomitiche che nel 2026 avranno i fari puntati grazie allo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali. Qui sono presenti alcune dimore storiche attorno alle quali si è sviluppata una viticoltura d’eccellenza e sono nati marchi di primo piano della spumantistica, ma non è solo la bollicina più degustata al mondo a rappresentare il motivo per visitare le province di Treviso e di Belluno. Per prima cosa, i due capoluoghi sono città d’arte e centri dove la vita scorre serenamente tra piazze, locali storici e ristoranti che offrono specialità diventate internazionali; il tiramisù, originario di Treviso, su tutte. Inoltre, la Marca trevigiana – così è definita la provincia di Treviso – è un continuo svelarsi di borghi favolosi, con Asolo a rappresentare la punta di diamante in termini di fama a livello internazionale. Poiché le dimore da visitare sono davvero molte, non aggiungiamo altre considerazioni e diamo il via al nostro viaggio partendo da Venezia per raggiungere, subito dopo lo sconfinamento in provincia di Treviso e in località Mogliano Veneto, la Villa Troubetskoy, situata lungo la strada detta Terraglio che è caratterizzata dalla presenza di moltissime ville venete, ma questa ha certamente un fascino particolare perché la sua storia si intreccia con quella dell’Impero russo, essendo stata una proprietà dei discendenti dello Zar Nicola I. Qui passò la sua ultima notte, prima di essere abbattuto in volo, il grande Francesco Baracca. La villa è visitabile e può essere affittata come casa vacanza, per shooting fotografici e cinematografici, per piccoli ricevimenti, congressi e workshops.

Da Mogliano ci spostiamo nella parte più orientale della Marca e dopo aver superato Casale sul Sile raggiungiamo Roncade per visitare il suo castello, Castello di Roncade, che in realtà appare come una villa pre-palladiana. Nelle cantine del castello si trova l’originale bottaia per l’invecchiamento dei vini più pregiati e che possono essere degustati nel corso delle visite guidate individuali e (su prenotazione) di gruppo. Inoltre, il castello offre la possibilità di pernottare nelle suite della villa e negli appartamenti situati nelle torri. Proseguiamo quindi verso Monastier per la visita all’Abbazia del Pero Porcellato-Zorzi, risalente al decimo secolo, che rappresenta la parte più antica dell’ex monastero benedettino situato in questo comune del Veneto che da esso prende il nome. Da vedere il chiostro di clausura, il refettorio affrescato e la quattrocentesca biblioteca. Dal 1997, la proprietà ha aperto la dimora al pubblico per visite guidate, eventi privati, mostre d’arte e di storia locale, spettacoli di teatro e concerti di musica da camera e jazz. Proseguendo verso la terza dimora, incontriamo lungo la strada il paese di Spercenigo dove si trova una trattoria storica della cucina trevigiana, Da Procida, e se è ora di pranzo val la pena di fermarsi per provare i loro piatti storici e, se in menu, l’ormai scomparsa “fongadina in tocio”. Chi non avverte i morsi della fame potrà invece continuare fino a Carbonera dove, ormai a due passi da Treviso città, si trova Villa Tiepolo Passi, abitata dalla famiglia dei Conti Passi de Preposulo, dove possiamo pernottare nelle camere disponibili in Foresteria e in una bella atmosfera country chic, soluzione ideale per dedicare il mattino successivo alla visita di Treviso. Nella villa soggiornarono, in periodo bellico, re Vittorio Emanuele II e i generali Diaz e Cadorna, mentre oggi è sede di un’azienda agricola, meta di turismo culturale ed eventi esclusivi all’interno della struttura e nel suo bel giardino all’italiana.

A Treviso, il giorno successivo, visitiamo le attrazioni più importanti della città: piazza dei Signori, il Palazzo del Podestà con la Torre civica, l’attiguo Palazzo dei Trecento, la Loggia dei Cavalieri e la curiosa Fontana delle Tette da dove un tempo, in particolari occasioni, non sgorgava l’acqua bensì il vino, bianco da un seno e rosso dall’altro. E poi c’è il Sile, che a Treviso non è solo un fiume ma una vera e propria attrazione turistica per la sua limpidezza; la rete fluviale della città è impreziosita dal Canale dei Buranelli che compone uno degli angoli più suggestivi della città. Per pranzo, Treviso offre molto e in particolare qui c’è il ristorante che vanta la primogenitura del dolce italiano più conosciuto al mondo ovvero il Tiramisù, la cui ricetta originale è quella de Le Beccherie in piazza Ancilotto. Treviso è una città ricca e caratterizzata nell’ultimo mezzo secolo dall’ascesa economica del Gruppo Benetton, che a nord della città ha realizzato una residenza creativa, Fabrica, affidando il progetto architettonico all’architetto giapponese Tadao Ando.
Saliamo a questo punto verso le colline del Prosecco Docg di Conegliano e Valdobbiadene e superato il Piave a Ponte della Priula, arriviamo a Susegana da dove prendiamo la strada verso il Castello di San Salvatore. Il castello fu una fortezza inespugnabile nel Medioevo poi trasformata in dimora signorile nel Rinascimento per ospitare i maggiori esponenti della cultura e delle arti. Location per eventi e cerimonie, il castello offre ospitalità all’interno del suo antico borgo in suite, appartamenti e in una spettacolare penthouse suite sul punto più alto della struttura. Ed è un posto perfetto per visitare il territorio Unesco di Valdobbiadene e Conegliano soffermandosi nel bel centro di quest’ultima località, che diede i natali al pittore Giovan Battista Cima, e poi visitando nei dintorni il pittoresco Molinetto della Croda di Refrontolo. Per cena, il ristorante Da Gigetto a Miane è una vera istituzione gastronomica delle colline del Prosecco.
Il giorno successivo visitiamo dapprima Vittorio Veneto, città della battaglia decisiva della prima guerra mondiale, e in particolare il centro storico di Serravalle, che rappresenta l’antica Vittorio. In autostrada superiamo l’altura di Fadalto e poi usciamo per ammirare il bel Lago di Santa Croce, che non è un bacino naturale ma nemmeno artificiale, in quanto la sua formazione è il frutto di una frana che ha bloccato la discesa del Piave a valle, creando la Sella del Fadalto e deviando il corso del fiume che da allora scorre in Valbelluna. Arriviamo quindi a Belluno, dove visiteremo le piazze principali (del Duomo, dei Martiri già Campitello, Santo Stefano e del Mercato), il Ponte della Vittoria e, avendo un po’ di tempo in più, alcuni musei come quello Civico e come il MiM, Museo interattivo delle migrazioni. Per i più golosi, è imperdibile un passaggio alla Pasticceria Bellunese in piazza del Mercato, gestita dalla nota famiglia di pasticceri Deon.

Appena fuori Belluno troviamo la Villa di Modolo con il suo borgo che costituisce uno dei maggiori esempi di ville perfettamente inserito nella grande tradizione dei più significativi modelli veneti, attuale destinazione per eventi, cerimonie e caratterizzata dalla presenza di una serie di diagrammi solari studiati a partire dal 1875 dal conte Francesco Miari Fulcis, professore di geodesia presso l’università di Padova, per la misurazione del tempo.
Costeggiando il Piave scendiamo in direzione Feltre e in Comune di Santa Giustina si trova la Villa di Dussan, con vista sul Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. L’antico borgo, nato come proprietà agricola dei da Camino, signori di Treviso e Belluno, è stato recuperato in chiave hospitality e oggi la struttura, tuttora abitata dai proprietari, dispone di camere all’interno della villa settecentesca, dell’antico granaio affrescato, della casa del castaldo e in una casera che sorge sulla via che porta al Nevegal, già zona di alpeggio e ora di sport invernali. Sempre in Comune di Santa Giustina, in località Bivai, si trova Villa degli Azzoni Avogadro, eretta nel XVII secolo sulle rovine di un antico castello formato da tre torri collocate a triangolo e unite con una grossa muraglia di merli. Il castello di Bivai sostenne a varie riprese assalti e devastazioni in parecchie delle quali sofferse assai, in special modo nell’assedio che fecce Ezzelino da Romano ai Signori del castello di Bivai che erano i Teuponi. Oggi la villa accoglie i propri ospiti per soggiorni, matrimoni ed eventi privati.
Proseguendo verso Feltre troviamo in località Busche un posto molto amato dai bellunesi e dai passanti: il Bar Bianco, tappa di imperdibili soste da più di mezzo secolo, oggi gestito da Lattebusche. Arriviamo quindi a Feltre, città murata dove ammireremo Piazza Maggiore, Palazzo della Ragione con il Teatro de la Sena dove mosse i primi passi un certo Carlo Goldoni, la Galleria d’Arte Moderna, la torre del Castello di Alboino e infine la principale attrazione di questa città che è legata al mondo della birra, ovvero la fabbrica di Pedavena dove è d’obbligo degustare una birra, qui prodotta dalla fine dell’Ottocento, con la specialità della casa rappresentata dal toast con il “bovis”.

Da Feltre rientriamo seguendo il corso del Piave, lambendo nuovamente la zona collinare del Prosecco sul versante di Valdobbiadene e deviando all’altezza di Pederobba per un fondamentale passaggio a Possagno, paese natale di Antonio Canova, dove visiteremo lo straordinario Museo Gypsoteca con la raccolta dei gessi delle opere che poi lo scultore realizzava in marmo, e che compone il complesso museale insieme alla casa natale del Canova e alla biblioteca. Scendiamo quindi verso Asolo, il gioiello della pedemontana trevigiana, dove varrebbe la pena di fermarsi un paio di giorni per visitare senza fretta – e il luogo induce a rallentare il proprio bioritmo – la Rocca duecentesca che ispirò il poeta Robert Browning, il Castello della Regina Cornaro, la casa di Eleonora Duse che amava profondamente questo borgo tanto da sceglierlo come luogo di sepoltura, il Giardino di Villa Freya nella sontuosa dimora della scrittrice inglese Freya Stark, e naturalmente qualche bella cantina dove degustare l’Asolo Prosecco, la più piccola delle denominazioni legate alla bollicina del Nordest. Dove pernottare? C’è una dimora storica che fa per voi: è Villa Il Galero, edificata nel 1696 e situata proprio sotto la Rocca di Asolo, circondata dal verde di un parco giardino di alberi e piante centenarie con tanto di piscina panoramica e con una serie di camere, suite e appartamenti a disposizione degli ospiti. Se riuscirete a staccarvi da tanta bellezza, sarà tempo di raggiungere la destinazione finale del nostro itinerario che è la bella Castelfranco Veneto, città fortificata con le mura perfettamente conservate, che diede i natali al Giorgione ovvero al pittore Giorgio Zorzi del quale è possibile visitare la casa-museo per poi ammirare il Duomo dove è custodita la Pala di Castelfranco opera del Giorgione, il Parco di Villa Bolasco, la “Torre Franca” di 43 metri d’altezza e poi le vie del centro storico per un po’ di svago prima di raggiungere l’ultima dimora di questo intenso itinerario e che troviamo nella vicina Castello di Godego: è Villa Caprera, di epoca settecentesca, progettata come casa padronale di campagna circondata da un parco di sei ettari attraversato da due corsi d’acqua, il Muson e il Musonello. È proprietà della famiglia Santi, attiva nel catering e banqueting, che ha trasformato questa dimora nella punta di diamante della propria ospitalità e degli eventi. A questo punto c’è solo il tempo per salutare Castelfranco con l’ultimo assaggio dolce prima di prendere la via del ritorno e la scelta è per la Pasticceria Fraccaro, di cui scopriremo l’abilità nell’arte dei lievitati con un buon panettone o ancora meglio con una focaccia tipica veneziana da portare a casa.